Quando va in pubblicazione una nuova testata, la prima domanda a cui si ha il dovere di rispondere è il perché di questa scelta. Motivazioni che vanno ulteriormente argomentate nel caso di questo progetto editoriale, indissolubilmente legato all’esperienza della Fondazione Ifel Campania, di cui se ne condividono in primo luogo la mission e la modalità organizzativa.
Attenzione ai processi e ai sistemi di sviluppo locale, focus sui percorsi della pubblica amministrazione, della scuola, dell’istruzione e dell’economia, ma anche approfondimenti legati alla cultura e ai processi di innovazione, raccontare la contraddizione di una società che chiede e ha bisogno di maggiori protezioni mentre ha la disperata necessità di aprirsi a una competizione globale rude, a tratti selvaggia ma di cui non può fare a meno, saranno le chiavi di lettura attraverso cui esploreremo la realtà che ci circonda. Lo faremo avvalendoci della rete di competenze e di professionalità che fanno parte della grande famiglia di Ifel Campania, in tutti i settori di interesse e di attività in cui la Fondazione è impegnata nell’ambito della Regione Campania e con il supporto della “cugina” Ifel Fondazione Anci.
Questo è l’aspetto e rappresenta quello che troverete o che cercheremo di farvi trovare in questa rivista. Quello che invece siamo e l’obiettivo che ci poniamo, lo dice il significato della parola Poliorama (riprende in parte il nome di una rivista di scienze edita a Napoli quasi due secoli fa, Poliorama Pittoresco), e che attiene alle molte cose da vedere dietro e dentro la realtà, ai molti punti di vista da esplorare e da ascoltare. Noi crediamo che nell’era del mainstream dell’informazione, del flusso continuo di contenuti, cresciuto in maniera esponenziale nell’era dei social network e che ha determinato l’esplosione della patologia delle fake news (per la verità vecchie quanto e più del giornalismo stesso), ci sia la necessità di rallentare e rendere più dense e profonde le notizie, di trovare spazi di riflessione e luoghi dove far crescere un confronto sano basato sui contenuti. Aderiremo allo slow journalism, all’idea che è meglio una notizia in meno, ma più approfondita con più fonti e più spunti di riflessione. Questo non ci impedirà di guardare e di analizzare con la giusta attenzione tutto quello che arriva dalle realtà e dai contesti economici, sociali e culturali più innovativi. Vivere con tutti e due piedi nella modernità, raccontarla senza esserne succubi, ma con lo sguardo sempre rivolto in avanti.
In questo numero troverete in apertura un’interessante riflessione di Francesco Miggiani sulla creazione di valore pubblico tra PA “abilitante” e PA digitale; quindi un’analisi macroeconomica scritta a quattro mani da Giorgia Marinuzzi e Walter Tortorella che ci offrono una fotografia sulla dinamica del PIL in Italia negli ultimi 10 anni con un focus sulla Regione Campania; a seguire, un interessante studio che presenta il programma “Scuola Viva”, promosso dalla Regione Campania, nel suo primo anno di attuazione; quindi un articolo di approfondimento, di Pasquale Russiello sul Social Impact Investing.
Da Poliorama del 14 settembre 2018