Un’Europa vicino ai territori è un’Europa più forte: ne è convinto Lambert Van Nistelrooij, esponente del Gruppo del Partito Popolare Europeo nella Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento Europeo, intervistato a Bruxelles sui temi della nuova programmazione europea. Il video è proiettato nel corso del convegno POST2020 organizzato dalla Fondazione Ifel Campania a Pietrarsa.
“Tutti e cinque i periodi di programmazione passati – spiega Van Nistelrooij nel corso dell’intervista – hanno dimostrato che la politica di coesione è importante. Non è cambiata negli obiettivi ma si è adattata ed è ancora il collante che tiene insieme differenti parti d’Europa, che si trovano in diverse fasi di sviluppo. Inoltre la politica di coesione per il prossimo periodo conta 272 miliardi di euro, il che rappresenta ancora un enorme sostegno per lo sviluppo di diverse regioni e città”.
Alla giornalista che gli chiede del ciclo di programmazione 2021-27, l’esponente del Gruppo PPE della Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento Europeo risponde: “La politica di coesione dopo il 2020 dovrebbe contribuire a correggere i principali squilibri regionali esistenti nell’Unione Europea e a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni. Così nella proposta per il prossimo periodo abbiamo evidenziato cinque priorità. Primo, e vale per tutte le regioni, un’Europa più intelligente. Secondo, un’Europa più verde, low-carbon. Terzo un’Europa più connessa, per quanto riguarda le strade e le ferrovie ma anche per quanto riguarda la connettività digitale. Quarto un’Europa più sociale. E infine un’Europa più vicina ai cittadini, che abbia cioè il polso del sentimento comune su piccola scala nel rapporto con le persone. I progetti in tal senso rafforzeranno la competitività dell’Europa, con startup, nuove iniziative d’impresa e queste daranno una grande spinta alla crescita economica”.
Proprio il ruolo dei territori sarà centrale nella nuova programmazione, spiega Van Nistelrooij. In tal senso il Parlamento europeo ha deciso di rafforzare “il principio del partenariato e rendere obbligatori gli accordi tra la commissione e le autorità regionali e locali”. Sempre più persone, ricorda l’esponente del Partito Popolare Europeo “sceglie di vivere nelle città in tutta l’Europa a causa delle migliori opportunità per la loro crescita e il welfare”. E questo è il motivo per il quale c’è grande attenzione nei confronti delle aree urbane. E a finire sotto i riflettori Ue, con esse, ci sono “le zone rurali, dove vivevano molti giovani che si sono spostati nelle città per studiare”. Un primo passo in tal senso lo si è fatto col patto di Amsterdam. Ora però, precisa Van Nostelrooij, “abbiamo bisogno di un patto per queste comunità locali, altrimenti in Europa ci saranno ancora più disparità”.
L’europarlamentare conclude l’intervista lanciando tre spunti all’aula di Pietrarsa o meglio tre titoli su cui approfondire la riflessione: aspetto sociale legato all’immigrazione (“abbiamo già cominciato per questo nuovo periodo a mettere a punto più politica in tal senso”), comunicazione delle cose fatte dalla Comunità Europea (“lasciamo che le stelle brillino: mostriamo questi risultati”) e rispetto delle condizionalità. Su quest’ultimo punto Van Nistelrooj conclude ricordando che i Paesi saranno chiamati a seguire le “raccomandazioni della Unione Europa”, soprattutto quelle “specifiche”, conducendo “una chiara, pulita, forte, buona amministrazione finanziaria”. L’Italia è avvertita.
Guarda l’intervista a Van Nistelrooij realizzata per il convegno di Pietrarsa
Da Poliorama del 16 gennaio 2019