di Valeria Mucerino
«Se ti mancano i medici,
siano per te medici queste tre cose:
l’animo lieto, la quiete e la moderata dieta».
Così è scritto nel Regimen Sanitatis Salernitanum, trattato latino redatto, nel XII-XIII secolo, dai componenti della Scuola Medica Salernitana.
L’istituzione
La Scuola Medica Salernitana è stata la prima e più importante istituzione medica d’Europa, la manifestazione culturale e scientifica più rilevante dell’intero Medioevo, periodo durante il quale conobbe il massimo splendore.
Oggi viene considerata antesignana delle moderne università.La sua importanza fu tale che Tommaso d’Aquino annoverò Salerno tra alcune delle città più importanti d’Europa: “sono altre quattro le città preminenti, Parigi nelle scienze, Salerno nelle medicine, Bologna nelle leggi, Orleans nelle arti attoriali” scrisse.
Leggenda e le ipotesi sulle origini
Le sue origini sono, almeno in parte, avvolte nel mistero. Secondo la leggenda sarebbe nata nell’Alto Medioevo dall’incontro di quattro maestri: si racconta che un pellegrino greco di nome Pontus si sia fermato nella città di Salerno e abbia trovato rifugio per la notte sotto gli archi dell’antico acquedotto dell’Arce. A quel punto, sarebbe scoppiato un temporale e un altro viandante, un latino di nome Salernus, avrebbe trovato rifugio nello stesso posto. Salernus era ferito e Pontus, dapprima diffidente, si convinse, poi, ad avvicinarsi per osservare le medicazioni che il latino applicava sulla ferita. Nel frattempo giunsero altri due viandanti, l’ebreo Helinus e l’arabo Abdela. Anche loro si mostrarono molto interessati e, alla fine, si scoprì che tutti e quattro si occupavano di medicina. Per questo motivo, avrebbero deciso di unirsi e di dare vita a una scuola, dove le loro conoscenze potessero essere raccolte, ampliate e divulgate.
In realtà, la vera origine è ben diversa da questa e si tramandano due possibili inizi: secondo alcuni, tutto nacque grazie alla presenza sul territorio di diversi monaci benedettini esperti nell’arte delle cure; per altri, invece, il complesso fu creato da vescovi autori di trattati di medicina che realizzarono un primo nucleo della scuola all’interno del chiostro della Cattedrale principale. In ogni caso, l’idea su cui sembrano essere d’accordo tutti è che la scuola sia nata grazie alla volontà di libere associazioni di maestri e studenti, impegnati nella diffusione della medicina.
La Storia
Poche sono le notizie pervenute del primo periodo della scuola (IX-X secolo), come poco si sa della natura, laica o monastica, dei medici che ne facevano parte; non è chiaro nemmeno se ci fosse già un’organizzazione istituzionalizzata.
Quello che è certo è che, nel 1231, l’autorità della scuola venne sancita ufficialmente da Federico II, grande appassionato di arte, scienza e cultura, il cui merito più grande, sicuramente, è stato la fondazione dell’attuale Università di Napoli, che porta il suo nome.
Federico II era un tenace salutista e possedeva una forte passione per la medicina; curava l’igiene del proprio corpo, come dimostrano gli impianti sanitari di cui dotava le magioni imperiali, ed usava farsi accurati lavaggi anche la domenica, scandalizzando gli ambienti cristiani più osservanti. Per questo motivo, nella sua Corte, si formarono i medici migliori, autori anche di trattati rivoluzionari, che segnarono un vero e proprio progresso, soprattutto per il trattamento e la prevenzione delle epidemie.
La scuola, che rese Salerno una “Hippocratica civitas“, prendeva spunto dagli insegnamenti di Ippocrate e Galeno, i più grandi medici dell’antica Grecia; le idee che guidavano i medici della scuola salernitana sono esplicate nel “Passionarium”, opera del medico Garioponto, dove, per la prima volta, vengono introdotti concetti rivoluzionari come “cicatrizzare” e “cauterizzare”.
Tante furono le innovazioni: fu una scuola multiculturale, accogliendo studiosi di diverse nazionalità, come Costantino l’Africano, medico cartaginese, Cofone il Vecchio e Cofone il Giovane, due medici ebrei, a cui si deve l’”Anatomia porci”, trattato in cui, per la prima volta in assoluto, si affermava che l’anatomia del maiale fosse quella che più si avvicinava a quella umana.
La scuola, quindi, fu una fucina di idee, iniziative e sperimentazioni, grazie anche al nuovo metodo di insegnamento che fu introdotto, che prevedeva lezioni teoriche e pratiche e dissezioni animali, praticate per la prima volta dal medico Matteo Plateario. In questo ambiente brulicante di genio e personalità di spicco, vide la luce il già citato “Regimen Sanitatis Salernitanum” o “De conservanda bona valetudine” o “Flos medicine”. Simile a un’enciclopedia, fu scritto dai maggiori medici dell’epoca ed espone cure per ogni tipo di patologia, raccogliendo tutta l’eredità della tradizione araba e greca.
Antesignana come non mai, la scuola accolse quasi subito le donne che qui potevano insegnare ed esercitare la loro professione, al pari degli uomini. Tra tutte, sicuramente la più famosa e ricordata è Tortula de Ruggiero.
Purtroppo, però, un decreto di Gioacchino Murat del 1811, che riconosceva l’Università di Napoli come unica ufficiale e negava alla scuola salernitana la possibilità di erogare lauree, sancì la fine del periodo d’oro, determinando la fine della più antica, celebre e preziosa istituzione medica del mondo occidentale.