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I dati delle App degli smartphone al servizio della mobilità cittadina

di Salvatore Parente

In un mondo sempre più complesso, caotico, vivace e ricco di numeri i big data possono essere una miniera d’oro. Anche per le pubbliche amministrazioni. Anche nel campo della mobilità. Gli smartphone e più nello specifico le App al suo interno, possono rappresentare un aiuto determinante per il futuro sviluppo degli ecosistemi urbani proprio in materia di trasporti. A dire il vero, questa visione futuristica è già realtà negli Stati Uniti e, nello specifico, a Los Angeles, Santa Monica, Austin, Chicago ma anche in altre 50 città d’America e in una decina, Bogotà compresa, nel mondo.

Come? Con un progetto partito nel 2018 dalla città degli angeli in California sottoposta – come tante altre – a incredibili e repentini mutamenti nell’utilizzo delle sue strade. Car-sharing, bike-sharing, piattaforme per la consegna di cibo a domicilio, monopattini elettrici e tante altre soluzioni per spostarsi in città hanno invaso/intasato la metropoli rivoluzionando il modo di muoversi a Hollywood. E così, invece, di restare semplicemente a guardare questi cambiamenti, l’amministrazione losangelina e il suo dipartimento dei trasporti collaborando con le diverse aziende private presenti si è avvalsa di MDS, la Mobility Data Specification, ovvero una piattaforma Open della Open Mobility Foundation pensata per raccogliere in maniera anonima tutti i dati relativi alle varie corse fatte, da isolato a isolato, dai cittadini

Cinque secondi dopo che un utente di LA sblocca uno scooter o un monopattino elettrico, compra del cibo con piattaforme di consegne a domicilio, sblocca una bici, prende il bus o chiama un taxi pagando con una App per smartphone e si dirige verso una determinata destinazione, viene informata una banca dati gestita dalla città. Cinque secondi dopo la fine del viaggio, in genere non più di un chilometro e mezzo di distanza, un altro avviso aggiorna l’informazione, rilevando tempo di percorrenza, posizione, stato della batteria del mezzo e tutti quei dati utili all’indagine in questione. In 24 ore, il percorso esatto viene caricato e registrato nel database per l’analisi complessiva. Pochi byte di memoria verso i server cloud, un milione di operazioni al mese per una immensa fonte di informazioni. 

Quali vantaggi? Conoscere quali sono i percorsi più ingolfati, quali sono le arterie più battute per raggiungere la stazione, l’aeroporto, lo stadio, quali sono le zone maggiormente frequentate da chi utilizza uno scooter elettrico o una bici orienta le decisioni municipali. In quale zona costruire una pista ciclabile, in quali altre installare punti di ricarica e-station ma anche in quali orari limitare il traffico privato o modificare il limite di velocità in alcune aree cittadine. Insomma, i dati, anonimi, al servizio del cittadino ma soprattutto in una funzione analitico-operativa per una migliore qualità della vita in un campo, quello della mobilità, tutt’altro che semplice. 

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