di Maria Laura Esposito
L’emergenza sanitaria e socio-economica causata dal diffondersi pandemico del Covid 19 ha di fatto determinato l’urgenza da parte degli Stati di dare risposte concrete alla crisi sanitaria ed agli immediati riverberi socio economici che la stessa ha generato.
L’Europa in questo frangente ha dovuto agire per dimostrare che la salute e la sicurezza dei cittadini europei è la priorità numero uno per l’Unione e di concerto con gli Stati membri ha dovuto dimostrare di essere in grado di avviare azioni risolute per mitigare l’impatto socioeconomico della pandemia.
A ben vedere le uniche risorse disponibili per fronteggiare la crisi sono quelle relative alla politica di coesione e dei suoi fondi strutturali, la cui attuazione è sempre e strutturalmente in ritardo di qualche anno rispetto al resto delle altre politiche e strumenti finanziati dal bilancio europeo, infatti benchè il 2020 è l’ultimo anno del settennato in corso, la riprogrammazione dei fondi strutturali accompagnata da una riforma dei regolamenti tesa a consentire un’ampia flessibilità nelle regole di spesa è diventa una delle principali strategie che l’Europa ha messo in campo per contrastare la crisi socioeconomica scaturita dalla pandemia da Covid-19.
In questo contesto la Commissione Europea ha lanciato una propria comunicazione la ‘Coronavirus Response Investment Initiative’ (CRII) del 13 marzo 2020 questa iniziativa è tesa ad aumentare la liquidità immediatamente disponibile agli Stati, di fatto gli anticipi concessi agli Stati nel 2019 restano Agli Stati membri per un totale per l’Italia di 1.8 miliardi di euro di liquidità e la flessibilità sulla tipologia di investimenti da finanziare che permette agli Stati di sostenere misure che non sono normalmente contemplate dalla politica di coesione europea: sostegno al reddito, capitale circolante nelle imprese e tutto ciò che è necessario per sostenere e rafforzare il sistema sanitario.
A fine Marzo, rispondendo ancora alle richieste di ulteriore semplificazione degli Stati membri. La commissione ha approvato altre importanti modifiche: la possibilità temporanea per gli Stati membri di richiedere finanziamenti al 100% (senza obbligo di cofinanziamento), sono stati eliminati i vincoli di “concentrazione tematica” delle spese, liberando risorse poste su obiettivi come l’economia circolare o l’economia verde che in molti Paesi si faceva fatica a spendere; è stata introdotta la massima flessibilità tra i fondi, quindi sarà possibile trasferire, per esempio, risorse dal Fondo per lo sviluppo regionale al Fondo sociale, o viceversa, a seconda delle esigenze; allo stesso modo sarà possibile trasferire risorse da un programma all’altro, sia tra regioni che tra programmi nazionali.
In questo contesto l’Italia ha avviato con le regioni un lungo confronto che ancora non si è concluso.
Il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale stanno provando a definire un Accordo fra Governo e Regioni che ponga le basi per una forte cooperazione interistituzionale, al fine di ottimizzare il contributo della riprogrammazione del FESR e del FSE sulle priorità della Coronavirus Response Investment Initiative.
La sollecitazione del Governo rivolta alle Regioni è quella di “liberare” risorse individuando operazioni programmate ma non ancora avviate, ma anche operazioni selezionate non ancora oggetto di impegni e obbligazioni giuridicamente vincolanti che presentino caratteristiche di più difficile immediata realizzabilità.
Le risorse così liberate sarebbero destinate ad interventi per l’emergenza sanitaria, economica e sociale. La copertura dei progetti e interventi non più finanziati dai Fondi SIE sarebbe garantita attraverso: le risorse dei Piani Operativi Complementari (POC), ove disponibili, o risorse rinvenibili da una riprogrammazione del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) italiano; e attivando una procedura negoziale con la Commissione Europea volta a consentire la finanziabilità dei relativi progetti anche nella prossima programmazione 2021-2027.
Il lockdown ha coinvolto negativamente in maniera deflagrante il tessuto economico, produttivo e sociale del nostro Paese e della nostra regione, al pari di quanto sta accadendo in tutti i territori colpiti dalla crisi sanitaria in atto. Questa nuova realtà impatta fortemente sulle economie più evolute, ma all’interno di esse a subire gli effetti moltiplicatori della crisi sono le aree più fragili. Nel meridione del Paese, infatti, l’impatto è ancora più forte proprio perché la struttura dell’economia è fragile e parcellizzata, esemplificata dalla quota più ampia di lavoratori indipendenti (26,5% sul totale degli occupati), determinando un maggior impatto sull’intero sistema economico.
La risposta delle Regioni per il sostegno a famiglie e imprese contro l’emergenza Covid-19 anche attraverso l’utilizzo dei fondi strutturali è stata avviata, il primato spetta sicuramente alla Regione Campania che con 1,025 milioni di euro è spinta proprio dai Fondi UE per il 62% delle coperture. Seguono la Puglia (484 MLN Euro), la Sardegna (266 MLN Euro), Sicilia (205 MLN Euro), Calabria (185 MLN Euro) e tutte le altre Regioni del centro-nord che hanno previsto degli stanziamenti notevolmente ridotti.
La Regione Campania ha predisposto e approvato il Piano per l’emergenza socio-economica, per un importo complessivo di circa € 1.025 milioni. Tale Piano scaturisce dalla necessità di mobilitare tutte le risorse disponibili verso finalità mirate connesse al contrasto degli effetti dell’epidemia da COVID-19, mediante un’azione sistemica e articolata, oltre che coerente con le finalità e i criteri delle diverse fonti che concorrono al finanziamento.
Le misure previste individuano forme di sostegno alle imprese, incluse quelle del settore agricolo e della pesca, ai professionisti e ai lavoratori autonomi, nonché azioni di supporto alle famiglie e di aiuto ai singoli cittadini in difficoltà. Al finanziamento del Piano in oggetto concorrono le risorse provenienti dai diversi programmi e fondi comunitari, nazionali e regionali gestiti dalla Regione Campania.
Una quota consistente delle risorse del POR Campania FESR 2014-2020 pari a circa € 432 milioni di euro da destinare alle misure da finanziare nell’ambito degli Assi 1, 3, 6, e 9.
In particolare:
ASSE 1 – “Ricerca e Innovazione” sono stati programmati 130 milioni di euro di cui:
- 123 milioni di euro stanziati per Interventi sanitari ospedalieri, ovvero per interventi urgenti di protezione civile finalizzati a fronteggiare l’emergenza sanitaria oltre che alla riconversione di alcuni presidi Ospedalieri e all’attivazione di nuovi posti letto di terapia intensiva e sub intensiva;
- 7 milioni di euro sono stati destinarsi alla realizzazione di attività di ricerca e innovazione promossi da Organismi di ricerca e diffusione della conoscenza, finalizzati allo sviluppo di soluzioni scientifiche e tecnologiche innovative che possono aiutare a trattare, testare, monitorare o contribuire in qualsiasi modo alla lotta contro Covid-19, in modo da favorire il potenziamento di attività di ricerca finalizzate ad arginare la diffusione di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.
ASSE 3 – “Competitività del sistema produttivo” sono stati programmati 257. milioni di euro di cui:
- 202 milioni di euro sono stati destinati alle microimprese che abbiano un fatturato inferiore a 000 euro e che operano nei settori colpiti dall’attuale crisi economico-finanziaria causata dall’emergenza sanitaria “COVID-19” e siano destinatarie dei provvedimenti di sospensione delle relative attività, in base ai provvedimenti adottati sia dal Governo centrale sia dalla Regione Campania è stato erogato un bonus una tantum di 2.000 euro;
- 37 milioni di euro sono state destinate al sostegno economico in favore dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi risiedenti sul territorio regionale che, a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività; è stato erogato un bonus una tantum di 1.000 euro, cumulabile con l’indennità prevista dal governo nazionale pari a 600 euro;
- 13 milioni di euro è stato costituito un Fondo di garanzia tramite i Confidi per la concessione di garanzie su operazioni di credito attivate da microimprese operanti in Campania (a titolo esemplificativo imprese dell’artigianato, del commercio, del settore turistico e culturale, servizi, compresi professionisti, agroindustriali), che non riescano ad accedere al Fondo Centrale di Garanzia;
- 4 milioni di euro a sostegno delle imprese del comparto turistico nella fase emergenziale contribuendo, in tal modo, ad attenuare gli effetti socio-economici derivanti dalla repentina interruzione delle attività produttive. Il sostegno consiste in un contributo una tantum rispetto alla classificazione ad alberghi e strutture simili; villaggi turistici, aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte; alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni; agenzie di viaggio; tour operatour; guide e accompagnatori turistici; altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio; gestione di stabilimenti balneari: marittimi, lacuali e fluviali.
ASSE 6 – “Tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale” sono stati programmati 10 milioni di euro per valorizzare il settore trainante del turismo, sia a livello nazionale che internazionale, mettendo al centro il “turista” e la qualità della sua esperienza ma anche, e sempre più, la sua sicurezza diffondendo il messaggio di una Campania sicura e accogliente all’indomani della pandemia. Si è data priorità alle esigenze di mobilità, di connessione fisica e digitale e di sostenibilità ambientale dei viaggiatori-turisti mediante la proposta di un modello integrato tra trasporti e turismo puntando all’incremento delle presenze turistiche anche mediante la destagionalizzazione degli arrivi.
ASSE 9 – “Infrastrutture per il sistema regionale dell’istruzione” sono stati programmati 34 milioni di euro per fornire un supporto alle famiglie residenti in Campania, con figli al di sotto dei quindici anni e a prescindere dalla condizione lavorativa dei genitori, per l’acquisto di attrezzature, strumenti informatici ed altri supporti per l’accesso ai servizi didattici e socio-educativi.
La logica alla base del piano socio-economico varato dalla Regione Campania, per far fronte all’emergenza sociale ed economica che si è determinata con l’insorgenza dell’epidemia da Covid-19, è stata fondata sulla celere erogazione dei bonus previsti. Ciò è stato garantito attraverso le sinergie e le azioni messe in campo dall’Amministrazione Regionale nonché attraverso la creazione, per facilitare e accelerare le procedure sopra riportate, di una piattaforma informatica contenente le informazioni di tutte le iniziative intraprese dalla Regione.
Tale logica ha garantito di offrire alle fasce più deboli della popolazione e all’apparato produttivo della regione un concreto e celere aiuto per affrontare al meglio le conseguenze di settimane di stop dell’attività sociale e lavorativa, nonché una più rapida ripresa.