di Annalisa Gramigna*
Nelle Linee Guida sullo sviluppo Urbano della Regione Campania è scritto chiaramente: “La programmazione 2014/2020 prevede un Asse Urbano, che individua quali destinatari le 19 Città Medie. Tali soggetti sono stati già beneficiari nel ciclo di programmazione 2007/2013 degli interventi di riqualificazione dei Programmi PIÙ Europa, pertanto, a tali Città si chiede una ulteriore evoluzione delle loro politiche urbane.”
Nel ciclo di programmazione che volge al termine, dunque, le Città Medie sono state chiamate a “mettere al centro l’importanza della qualità e quantità degli spazi in relazione allo sviluppo sociale, e rigenerarli dandogli forza economica ma anche relazionale, focalizzandosi sulle relazioni sociali inclusive e sulle risorse già presenti nei luoghi.”
Quattro sono state le principali direttrici indicate per orientare gli interventi da realizzare all’interno delle Città: contrasto alla povertà ed al disagio; valorizzazione dell’identità culturale e turistica della Città; miglioramento della sicurezza urbana; accessibilità dei servizi per i cittadini.
Ai quattro centri capoluoghi di provincia – Avellino, Benevento Caserta e Salerno – si sono affiancate città che per dimensioni demografiche e concentrazioni di servizi, rappresentano i punti nodali della infrastrutturazione della economia e dello sviluppo della regione. Tre sono le città collocate nella Provincia di Salerno: Battipaglia, Cava de’ Tirreni e Scafati. Una in provincia di Caserta: Aversa. Le restanti undici città nella provincia di Napoli: Acerra, Afragola, Casalnuovo di Napoli, Casoria, Castellammare di Stabia, Ercolano, Giugliano in Campania, Marano, Portici, Pozzuoli, Torre del Greco.
Le 19 Città sono diventate Autorità Urbane cioè i soggetti del territorio direttamente responsabili dell’attuazione delle strategie di sviluppo urbano sostenibile. Utile ricordare che la selezione di un numero limitato e circoscritto di Autorità Urbane da parte delle Regioni (e questo vale per tutte le Regioni d’Italia) è funzionale alla concentrazione degli investimenti e alla massimizzazione degli effetti. Le Autorità Urbane sono chiamate a identificare un set limitato di azioni, integrate sulla base delle potenzialità e dei problemi riferibili ai relativi territori. Tenendo conto della propria specifica situazione territoriale, ciascuna Autorità Urbana ha elaborato, sulla base di un documento strategico, un Programma che declina una strategia integrata volta alla risoluzione dei problemi dell’area urbana interessata e orientata all’intero contesto territoriale rispetto al quale è centro di attrazione e potrà prevedere l’opportunità di intercettare ulteriori risorse potenzialmente destinate ai Comuni.
Le Città Medie della Campania sono state chiamate, quindi, a definire i PICS cioè Programmi Integrati Città Sostenibili cioè, concretamente, dei Programmi che organizzano gli interventi da realizzare individuando anche progetti sui quali investire le risorse comunitarie ed eventualmente altre risorse.
La sfida maggiore per le Città è stata quella di realizzare una progettualità complessa che, partendo dai luoghi da rigenerare e dai contenitori da rifunzionalizzare, legasse tutte le altre politiche-chiave come l’educazione, il welfare, le politiche giovanili, le occasioni di lavoro o lo sviluppo locale.
Il processo di creazione delle strategie e poi del piano degli interventi è stata l’occasione per creare momenti informativi e per responsabilizzare la cittadinanza, favorendo la crescita della cultura amministrativa e delle competenze gestionali delle amministrazioni comunali coinvolte. La logica è stata quella di produrre processi interattivi e proattivi di scambio e condivisone per giungere all’empowerment delle amministrazioni cittadine.
Tale rafforzamento dell’amministrazione è passato anche per una fase di ascolto e partecipazione da parte della cittadinanza. Gli strumenti messi in campo hanno riguardato diverse forme di partecipazione, alternative o complementari tra di loro e ogni città ha adottato strumenti ad hoc: forum di ascolto, laboratori di pianificazione partecipata, manifestazioni di interesse per attrarre l’interesse di investitori privati e per perseguire la sostenibilità delle scelte tramite la partecipazione dei cittadini e dei protagonisti della società civile (associazioni, movimenti, …).
Pur nelle differenze tra le 19 realtà, legate a dinamiche territoriali ed ecosistemiche specifiche, gli interventi realizzati dalle Città Medie della Campania in questi ultimi due cicli di programmazione (che, ricordiamolo, coprono complessivamente 14 anni), mostrano le grandi occasioni che si sviluppano per le città quando le amministrazioni comunali svolgono un ruolo di regia sviluppando strategie di riuso e ripensamento dei luoghi secondo strategie che possano generare occasioni di vario tipo per gli attori del territorio: da quelle più tradizionali legate al valore degli immobili e alle diverse forme di inclusione sociale, a quelle più nuove che consentono ai tanti attori (pubblici e privati) di inventare e sperimentare nuove attività e servizi con effetti occupazione e, in generale, a vantaggio delle comunità locali.
Di occasioni, difficoltà, risorse, procedimenti, competenze legate ai temi della rigenerazione urbana si sta parlando all’interno di un ciclo di webinar, organizzati proprio a partire da varie riflessioni emerse dall’analisi di alcune esperienze, in corso di realizzazione, presso le Città Medie della Campania.
In questi incontri, che declinano il macro-tema della rigenerazione urbana e che sono rivolti a tutte le amministrazioni comunali nazionali, si sono affrontati in particolare sei questioni che già guardano al prossimo ciclo di programmazione della Politiche di Coesione 2021-2027.
Il primo tema è stato la transizione ecologica perché al centro degli obiettivi strategici del nuovo settennato che a breve si aprirà, c’è l’idea di “un’Europa più verde”. Le città saranno sempre più interessate da azioni di rigenerazione per obiettivi quali efficienza energetica, forestazione urbana e mobilità sostenibile. Il secondo tema trattato è stato quello dell’inclusione sociale dato che le azioni di rigenerazione possono essere occasione per favorire l’inclusione attiva, per promuovere le pari opportunità e la partecipazione creando nuova e migliore occupazione e nuovi servizi di welfare per “un’Europa più sociale”.
Il terzo tema, invece, si è focalizzato sulla definizione di nuove strategie di sviluppo per le città che, come le Città Medie della Campania dimostrano, passa attraverso un ripensamento degli spazi pubblici come elementi-chiave per la creazione di nuove opportunità di sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Il quarto tema si è concentrato sul ruolo della co-progettazione, cioè sul ruolo che gli attori del territorio giocano per ripensare i luoghi e il loro uso, ma anche su come governare questo procedimento amministrativo ufficialmente formalizzato nel Codice del Terzo Settore.
Il quinto tema è da tempo dibattuto ma ancora poco praticato nelle amministrazioni: la valutazione degli impatti delle azioni di rigenerazione urbana, un’attività complessa e multidimensionale. L’ultimo – e necessario – tema è quello delle risorse che stroppo spesso hanno guidato i processi decisionali e che, invece, devono essere di supporto alle decisioni strategiche e, in questa logica, vanno ricercati e utilizzati. Fondi nazionali, fondi europei e co-finanziamenti privati possono contribuire alla definizione di progetti complessi e integrati e il ricorso alle diverse opportunità di finanziamento esistenti può facilitare l’attivazione di tali progetti.
A confrontarsi su questi temi esperti nazionali, docenti universitari, innovatori sociali e ovviamente le amministrazioni comunali. In questa prima serie di incontri sono stati protagonisti, in particolare, il Comune di Acerra, il Comune di Cava de’ Tirreni, il Comune di Pozzuoli e il Comune di Salerno che, presentando le loro esperienze, hanno dimostrato di essere perfettamente entrati a regime, sia rispetto al governo della complessità dei processi di rigenerazione urbana, sia rispetto alla governance proposta dalla Regione per la gestione, l’utilizzo e la rendicontazione delle risorse comunitarie assegnate.
La nuova programmazione è alle porte e si apre in una situazione di grande difficoltà per tutti (cittadini, imprese, politica e istituzioni). Le Città sono di nuovo chiamate ad un compito di grande importanza perché anche da loro dipenderà, nei prossimi anni, il benessere delle persone e dei loro territori.
*Dipartimento Economia locale e Formazione Fondazione IFEL ANCI