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L’Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli candidato a diventare Memoria del Mondo Unesco

Gli antichi banchi pubblici napoletani sono candidati a diventare Patrimonio UNESCO. La proposta d’iscrizione al Registro della Memoria del Mondo, promossa dalla Fondazione Banco di Napoli e sostenuta dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania del Ministero della Cultura, è stata trasmessa dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco al Segretariato del Programma della Memoria del Mondo a Parigi.

Il Fondo Apodissario dell’Archivio Storico, oggetto della candidatura, raccoglie le transazioni degli otto banchi pubblici napoletani tra il XVI e l’inizio del XIX secolo e costituisce un patrimonio documentale unico di conoscenza storica di età moderna su scala europea ed oltre. Il particolare valore del Fondo è nella testimonianza che esso evidenzia del fondamentale passaggio dall’utilizzo della moneta alla nascita dell’istituzione delle fedi di credito, antesignane dei moderni titoli all’ordine, e delle madrefedi, sorta di primordiale conto corrente. Inoltre, esso percorre lo sviluppo storico che ci parla dello sviluppo demografico, urbanistico e culturale della città di Napoli.

Un tuffo nel passato lungo quattrocento anni sull’evoluzione delle comunità non solo napoletana ma mediterranea del XVI secolo e la crisi generalizzata del Seicento. Attraverso il Fondo apodissario si svelano notizie che ci parlano dello sviluppo demografico, urbanistico e culturale della città di Napoli. Ed ecco che tra i documenti custoditi nell’Archivio della Fondazione si ritrovano le testimonianze della costruzione di Palazzo Reale, dei Regi Studi oggi Museo Archeologico Nazionale, del Real Albergo dei Poveri, della Reggia di Capodimonte, del Teatro San Carlo, della Reggia di Caserta e dell’Acquedotto Carolino, di oltre 200 chiese e 100 conventi. E tra le fedi di credito si ritrovano le firme di architetti famosi quali Domenico Fontana, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga, di letterati e filosofi quali Gaetano Filangieri, Giambattista Vico, di pittori quali Artemisia Gentileschi, Mattia Preti, Luca Giordano, di scultori come Cosimo Fanzago, Giuseppe Sanmartino autore del Cristo velato, di musicisti come Vincenzo Bellini, Domenico Cimarosa, Gaetano Donizetti, Giovanni Paisiello e Domenico Scarlatti fino a giungere a Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi.

“Il Fondo apodissario ha la forza di tramandare eventi storici di valore universale – sottolinea Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli – e porta in sé le tracce puntuali di accadimenti epocali. In virtù di queste sue caratteristiche costituisce una fonte assolutamente insostituibile per la conoscenza di ogni vicenda della vita cittadina e contribuisce a illuminare la storia di Napoli grande capitale dell’età moderna il cui Centro storico è riconosciuto patrimonio UNESCO. È sicuramente un patrimonio che merita di essere integrato nel Registro della Memoria del Mondo. Rivolgo un appello alle istituzioni tutte, locali e nazionali, affinché siano al nostro fianco in questo percorso sostenendo, per le loro competenze, la nostra iniziativa che potrebbe portare lustro alla città e al Paese”.

L’UNESCO ha istituito il programma nel 1992 per rispondere alla necessità e crescente consapevolezza del precario stato di conservazione e accesso al patrimonio documentario in varie parti del mondo.

L’Archivio Storico del Banco di Napoli

L’Archivio Storico del Banco di Napoli è l’archivio storico bancario più grande e antico al mondo ed ha sede nel cinquecentesco Palazzo Ricca, nel cuore del centro storico di Napoli, in via dei Tribunali. Qui 330 stanze e circa 100 km di scaffalature contengono centinaia di migliaia di scritture relative agli otto banchi pubblici da cui nacque il Banco di Napoli.

Un’immensa città di carte in cui è possibile toccare la storia con mano grazie alla ricchezza delle “causali di pagamento”, in cui era specificato dettagliatamente il motivo delle antiche transazioni. In questo modo, notizie inedite di opere realizzate da illustri artisti, insoliti aspetti dell’economia quotidiana e centinaia di migliaia di storie personali, celebri o ignote, sono giunti a noi attraverso i secoli restituendo un affresco di Napoli e del Mezzogiorno dal 1573 sino ai giorni nostri.

ilCartastorie, Museo Archivio Storico Banco di Napoli nasce per valorizzare questo immenso patrimonio che consente una divulgazione originale di storie più o meno note. Il cuore de ilCartastorie è il percorso multimediale Kaleidos realizzato da Stefano Gargiulo | Kaos Produzioni, che costituisce l’offerta permanente del museo e si sviluppa al primo piano dell’Archivio. Il percorso consente al visitatore di immergersi letteralmente nella storia raccontata dai volumi; il pubblico si troverà così a muoversi in uno spazio fatto di tomi altissimi e “kebab di carta”, suoni e immagini, in un rimando continuo tra passato e presente e potrà scoprire di più su San Gennaro e sul Principe di Sansevero e tanti altri.

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