di Salvatore Parente
Lo scorso settembre la Commissione Europea ha pubblicato l’edizione 2022 dell’European Innovation Scoreboard, il rapporto annuale che, da 21 anni, dal 2001, mette insieme una serie di statistiche e parametri che contribuiscono a realizzare un report puntuale sullo stato dell’Innovazione in Europa. Un termometro della situazione che, poi, nelle sue more compara non solo la condizione di tutti gli Stati membri dell’Ue ma anche quella dell’Ue in relazione ai Paesi più avanzati. Partendo da una analisi sui pre-requisiti di ciascun Paese (dalle persone laureate in discipline STEM alla popolazione con una educazione terziaria, dagli investimenti in Ricerca e Sviluppo alle start-up innovative presenti fino alle Piccole e Medie Imprese che lavorano nel settore e ad altri innumerevoli fattori) riassunte nei capitoli Condizioni, Investimenti, Attività Innovative e Impatti si scopre che l’intera Ue, dal 2015 ad oggi, incrementa senza soluzione di continuità il suo indice di Innovazione: da quella data, l’aumento del tasso di innovazione medio è di circa il 10%.
Con ben 19 Stati membri che, nel solo passaggio dal 2021 al 2022 registrano un netto miglioramento dell’Innovation Index. Insomma, il continente sembra in grande espansione e salute tanto da colmare il gap con un mostro sacro come il Giappone, superato proprio in questo 2022. Un risultato importante, un sorpasso molto significativo e che però non deve far sedere sugli allori tutti i membri Ue ancora distanti da, nell’ordine, Australia (106 punti), Stati Uniti (108 punti), Canada (115 punti) e Corea del Sud (116 punti). Monito ben presente negli “uffici” europei con la Commissione pronta, grazie al nuovo Programma Horizon Europe, a garantire ulteriori investimenti da 95,5 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 per incentivare e promuovere l’eccellenza – attraverso inviti a presentare proposte (call for proposals) –, sostenere i migliori ricercatori e innovatori e guidare i cambiamenti sistemici necessari ad assicurare un’Europa verde, sana e resiliente.
E l’Italia? Qual è il suo stato di salute? Il Bel Paese, a giudicare dall’Eis, si conferma un Paese a moderato tasso di innovazione. Insomma, a metà del guado fra chi arranca e chi traina la media Ue nel vecchio continente. Con un tasso di innovazione medio del 91,6% ci collochiamo nella fascia intermedia, fra il 70 e il 100% della media Ue, in compagnia di Repubblica Ceca, Spagna, Portogallo, Malta, Lituania e Grecia. In soldoni: 16esimi su 27 Stati. Eppure, la cartina al tornasole del nostro Paese non è del tutto negativa, anzi, la prestazione dell’Italia sull’innovazione sta aumentando a un tasso importante, maggiore di quello della Ue (17,4% contro 9,9%) e lo scarto con la media degli altri Paesi, specie quelli di vertice, si sta riducendo, con punti di forza su: produttività delle risorse, applicazioni per progettazione, innovazione di processi aziendali, sostegno pubblico alla R&S delle imprese. Le note dolenti, invece, toccano l’occupazione con istruzione terziaria, la mobilità da posto di lavoro a posto di lavoro delle risorse umane in scienza e tecnologia, la spesa in Ricerca e Sviluppo nel settore business e le spese in capitale di rischio (venture capital).
La classifica europea. L’Eis si divide in quattro gruppi: innovatori leader (quelli con prestazioni superiori al 125% della media UE), innovatori forti (quelli con prestazioni tra il 100% e il 125% della media UE), innovatori moderati, fra cui, appunto, l’Italia (tra il 70% e il 100% della media UE) e innovatori emergenti (sotto il 70% della media UE). I leader dell’innovazione e la maggior parte degli innovatori forti, come facilmente intuibile, si trovano nell’Europa settentrionale e occidentale, mentre la maggior parte degli innovatori moderati ed emergenti trovano la loro collocazione nell’Europa meridionale e orientale. Rispetto all’edizione dello scorso anno, quella del 2021, però, solo tre Paesi hanno cambiato gruppo di performance. I Paesi Bassi sono diventati leader dell’innovazione, Cipro un forte innovatore e l’Estonia un innovatore moderato. Più nel dettaglio:
- la Svezia continua a dominare la graduatoria guidando il “team” dei leader dell’innovazione. A seguire Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Belgio.
- Nel gruppo degli Innovatori forti: Germania, Irlanda, Francia, Cipro, Lussemburgo e Austria.
- Innovatori moderati: Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Spagna, Italia, Lituania, Malta, Portogallo e Slovenia.
- Nel gruppo degli Innovatori emergenti: Bulgaria, Croazia, Lettonia, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia.