RubricheCulture digitaliIl “Metaverso”: lampi di futuro. Anche nella Pubblica Amministrazione

Il “Metaverso”: lampi di futuro. Anche nella Pubblica Amministrazione

di Francesco Miggiani*

Questo nuovo paradigma offre opportunità nel rapporto con utenti e cittadini. Alcune PA ci stanno già lavorando, anche in Italia

Il termine “Metaverso”, fino a poco tempo fa sconosciuto ai più, ha acquisito una particolare notorietà dal momento in cui Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, ha deciso, qualche mese fa, di utilizzarlo per dare nuova identità e nuovo posizionamento strategico all’azienda da lui fondata che mostrava da qualche tempo segni di affanno; Facebook, infatti, si chiama ora Meta.

Ma cosa si intende per Metaverso e perché oggi parecchi se ne stanno occupando? Il Metaverso è una simulazione 3D di un mondo creato dal computer; il suo aspetto visivo può essere fumettistico o piuttosto realistico, con persone, edifici, automobili, paesaggi, aziende. Gli utenti si muovono in questo mondo attraverso un doppione digitale, il famoso “avatar”, che può ma non deve assomigliare alla persona reale, possono interagire tra loro e con l’ambiente, possedere oggetti e vivere esperienze coinvolgenti. Per una vera immersione in questo mondo l’utente deve indossare, dato lo stato attuale delle tecnologie, un casco VR o AR (realtà virtuale o realtà aumentata), il che rappresenta comunque una limitazione; vedremo in futuro se questo verrà risolto. Un altro problema, in via di superamento, sta nel fatto che le simulazioni 3D richiedono una grande potenza di calcolo e una connessione Internet veloce; entrambe erano carenti fino ad ora e questo è stato una delle principali motivazioni del flop di Second Life una quindicina di anni fa. Ora il cloud computing e il 5G consentono di fruire di un’immersione stabile, ovunque.

Anche se son ci sono ancora standard condivisi e si stanno diffondendo diversi “modi” di pensare il Metaverso, parliamo di un trend in rapidissima espansione per cui si prevede un valore di mercato di circa 300 Miliardi entro il 2025; molti grandi player del mondo digitale e no stanno investendo pesantemente in questa tecnologia. La prima ondata di entusiasmo sta lasciando posto a un atteggiamento più ponderato e concreto, centrato sulle inevitabili difficoltà che l’implementazione di queste soluzioni mette in luce; nel prossimo decennio le opportunità offerte dal Metaverso diventeranno gradualmente più evidenti. Una solida base di partenza è stata anche rappresentata dalla pandemia, che volenti o nolenti ci ha abituato a operare in un confinato Metaverso (il lavoro da remoto).

Ultima ma non meno importante considerazione: il paradigma del Metaverso, che appartiene al mondo della transizione digitale e che, riducendo la mobilità e il consumo di risorse fossili, produce evidenti benefici in campo ambientale, può venire considerato un elemento che si inserisce a piano titolo nelle progettualità del PNRR, e quindi potrebbe entrare a pieno titolo negli strumenti per il salto di qualità di cui il nostro Paese sta cercando di fare.

Metaverso e attività economiche. È presumibile che l’avvento di questa nuovo paradigma conduca a importanti cambiamenti nel mondo delle attività economiche (ma non solo in questo ambito, come vedremo tra poco), permettendo di soddisfare vecchie esigenze in maniera innovativa e più efficace, ma soprattutto creando nuove opportunità e nuovi mercati.

I nuovi spazi virtuali hanno assunto una grande importanza nei vari settori del business: le aziende, infatti, hanno creato gemelli digitali di showroom, agenzie e negozi, in cui mettere a proprio agio i clienti nell’esperienza di acquisto. Nelle aziende sono nati degli uffici virtuali, dove le persone possiedono un avatar che le rappresenta e collaborano tra loro utilizzando tool immersivi specifici. Ma in concreto cosa stanno facendo le aziende? Al momento attuale il campo di applicazione più promettente per il Metaverso è quello commerciale: si ritiene infatti che in futuro le aziende potranno raggiungere milioni di potenziali clienti attraverso questo strumento, offrendo una migliore esperienza prima dell’acquisto (nel campo dell’abbigliamento, ad esempio, potranno essere esposti e testati i prodotti simulando l’atto di indossarli), il tutto ovviamente in abbinata con una piattaforma di e-commerce. In poche parole, il nuovo orizzonte del marketing. Durante la pandemia sono stati fatti dei passi avanti in questo senso, poiché i brand hanno iniziato ad investire nel cosiddetto “fashion tech” per creare eventi con passerelle 3D per sfilate o spazi 3D per presentare nuovi prodotti. Il Metaverso rende anche possibili visite guidate alle aziende, contatti con esperti e consulenti, interazioni con altri clienti e altre possibilità innovative di connessione e gestione del cliente nel campo della consumer experience. Un ulteriore campo di applicazione è rappresentato dalla presenza di comunicazioni pubblicitarie nel Metaverso di altre aziende che si rivolgono allo stesso segmento di mercato.

Il Metaverso viene anche utilizzato per la gestione dei processi operativi. Un’azienda può creare un ufficio virtuale in cui i dipendenti collaborano indipendentemente dalla loro ubicazione, in un contesto più naturale ed efficace rispetto alla videoconferenza o chat di testo (lasciando perdere lo stress fisico da occhiali e caschi per la realtà virtuale…). Il vantaggio principale è la sensazione di essere seduti nella stessa stanza con gli altri dipendenti, con una migliore acustica e soprattutto la possibilità di una comunicazione più efficace grazie alla tangibilità dell’esperienza.

Però sono ipotizzabili, e alcune azienda hanno già provato a farlo, anche alcune applicazioni di frontiera che riguardano la formazione delle risorse umane. Nello spazio virtuale si insegna e si apprende meglio: le piattaforme per l’apprendimento che riuniscono le persone per lavorare, imparare, incontrarsi, formarsi in un mondo virtuale in un qualsiasi luogo ricorrendo a elementi di “gaming”, anche attraverso workshop 3D su temi di sviluppo della leadership, team building e simili, come è stato fatto è stato fatto dalle ferrovie tedesche.

Anche il reclutamento del personale può migrare nel Metaverso. La società di consulenza PWC nel Regno Unito ha realizzato un evento ad hoc nel Metaverso per reclutare le migliori professionalità; utilizzando la piattaforma 3D denominata Virtual Park, dove si tengono regolarmente eventi di career day popolati da giovani avatar che incontrano i selezionatori in una situazione che sembra molto gradita ai giovani; la piattaforma consente non solo di conversare, condurre interviste e attività individuali e di gruppo, ma anche di testare facendo giocare i candidati nel Metaverso con varie prove di abilità facili da allestire in un ambiente di videogioco (esempio: riparare una turbina eolica alta 280 metri in mezzo al mare). I candidati, inoltre, possono farsi un’idea dell’azienda e dei lavori che li attendono con un tour virtuale che simulano il contesto della vita lavorativa. Questo approccio ha anche una seconda valenza: quello di rappresentare un efficace strumento di employer branding, connotando sicuramente l’immagine aziendale in termini innovativi.

Metaverso e servizi ai cittadini della Pubblica amministrazione. È chiaro che anche la Pubblica amministrazione dovrà, in qualche modo, fare i conti con questa nuova realtà; qualcosa sta già accedendo. Un esempio che possiamo citare è quello di Seul, che diventerà la prima città al mondo a proporre i servizi della Pubblica amministrazione su una propria versione del Metaverso; secondo quanto annunciato dalla capitale della Corea del Sud, entro il 2023 i principali sportelli della città metropolitana saranno accessibili dal “Metaverse 120 Center” (questo il nome dato alla soluzione digitale, che evoca un indirizzo fisico), una piazza virtuale dove ogni cittadino, sotto le sembianze di un avatar, potrà chiedere informazioni e documenti ai dipendenti pubblici, anch’essi rappresentati da alter ego digitali. Il piano va anche oltre i servizi pubblici, prevedendo dal 2023 in poi la replica sul Metaverso di ricorrenze locali, come la festa delle Lanterna. Il Metaverse Center 120, quando sarà pienamente operativo nel 2026, ospiterà una varietà di funzioni, tra cui un ufficio virtuale del sindaco e spazi per le imprese, come pure un incubatore virtuale per startup. Una particolare attenzione nella progettazione della soluzione è stata data agli utenti con disabilità, indipendentemente dalla località geografica di residenza.

Ma anche nel nostro Paese si inizia a lavorare con questo strumento: la regione Piemonte, tramite la propria società in house, ha dato avvio al progetto che punta ad applicare il paradigma del Metaverso ai servizi pubblici. Da anni la regione Piemonte lavora in una logica multicanale nell’erogazione dei propri servizi al cittadino; il Metaverso potrà diventare un nuovo e ulteriore canale a disposizione delle persone per fruire dei servizi pubblici digitali, come prenotare una visita medica o pagare il bollo auto. Il primo step previsto consisterà nella realizzazione di uno sportello destinato ai ragazzi sul tema del contrasto al cyber bullismo e al bullismo, due fenomeni purtroppo in continuo aumento; verrà anche realizzata una stanza in cui i giovani possano confrontarsi su queste tematiche e ricevere sostegno. Come step successivi sono previsti gli sportelli per il cittadino, punti di ascolto, partecipazione ad eventi e presentazioni.

Attenzione alla Privacy e alla gestione dell’identità. Un warning importante che riguarda il mondo pubblico e quello privato: attenzione ai problemi di privacy. È fondamentale che le piattaforme siano in grado di assicurare un elevato livello di protezione e di trattamento dei dati personali; inoltre, il livello di immersività degli ambienti virtuali e l’utilizzo degli avatar potrà creare situazioni nuove, dove concetti come la proprietà e le interazioni tra soggetti probabilmente richiederanno un aggiornamento delle norme che disciplinano la materia.

*Responsabile di commessa IFEL Campania

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