SaperiInnovazioneTrasformare il digital divide in digital opportunity: strategie e...

Trasformare il digital divide in digital opportunity: strategie e impatti per il futuro digitale dell’Europa 

di Pasquale Pennacchio 

Nel corso degli anni, il concetto di digital divide ha subito un’evoluzione significativa. Originariamente limitato alla disparità nell’accesso a Internet tra individui, famiglie, imprese e regioni geografiche, nel corso dell’ultimo decennio ha ampliato il suo significato per includere non solo l’accesso, ma anche le competenze digitali e la qualità, tipologia e frequenza delle connessioni. Nonostante l’Unione europea vanti un’elevata copertura Internet, osservando i dati più recenti elaborati attraverso il Digital Economy and Society Index (DESI) si può ancora osservare un importante squilibrio tra i Paesi europei. 

In questo contesto, è necessario tenere conto di due estensioni del fenomeno: la multidimensionalità spaziale, che implica la comprensione delle forme e delle condizioni della disuguaglianza spaziale tra i contesti regionali europei e, conseguentemente, dei micro-divari che si determinano all’interno degli Stati membri; la multidimensionalità sociale, che implica la comprensione delle matrici che generano le disuguaglianze tra individui. 

In questa direzione vanno letti gli indirizzi espressi dalla Commissione europea, che nel marzo 2021 ha introdotto la Bussola Digitale 2030, intorno alla quale ruotano gli obiettivi del decennio digitale 2030:  

  1. rafforzare le competenze della popolazione;  
  2. trasformare digitalmente le imprese;  
  3. costruire infrastrutture digitali sicure e sostenibili;  
  4. promuovere la digitalizzazione dei servizi pubblici. Il programma strategico per il decennio digitale si sostanzia attraverso un sistema di cooperazione che coinvolge la Commissione e gli Stati membri e che prevede l’intersecazione di investimenti provenienti dal bilancio dell’Ue, dagli Stati membri e dal settore privato.

Una delle principali linee di investimento, attraverso cui l’Ue ha inteso implementare tale strategia, è caratterizzata dal dispositivo di ripresa e resilienza. All’interno dei singoli piani nazionali sono stati recepiti i fabbisogni di contesto per orientare la transizione digitale verso gli obiettivi individuati. In Italia – posizionata al ventiquattresimo posto in Europa per la diffusione di competenze digitali “almeno di base” tra la popolazione – il PNRR pone grande enfasi sulla digitalizzazione, che nel complesso copre il 21,26% delle risorse complessive. Tra le misure più consistenti troviamo la digitalizzazione della pubblica amministrazione, entro cui si colloca l’investimento 1.7.2, dedicato allo sviluppo della “Rete dei servizi facilitazione digitale”, ovvero punti di accesso fisici, situati presso luoghi di pubblico accesso, che forniscono formazione ai cittadini al fine di supportare l’inclusione digitale. Il 21 giugno 2022 la Conferenza delle Regioni ha approvato il piano presentato dal Dipartimento per la transizione digitale, individuando come beneficiari le Regioni e le Province autonome.  

Tale investimento rappresenta un’occasione importante per due ragioni: consente, potenzialmente, di avvicinare le regioni italiane con il più alto grado di alfabetizzazione digitale a quelle in cui il dato rilevato è espressione di persistenti criticità; interviene per appianare le differenze sociali che, a geometrie alternate, si manifestano in ogni regione italiana, intervenendo sulle multiformi dimensioni del digital divide: economico, socio-culturale, intergenerazionale, di genere, linguistico-culturale. I cittadini potranno accrescere le proprie competenze digitali per esercitare in modo autonomo, consapevole e responsabile l’utilizzo delle nuove tecnologie, godendo a pieno dei diritti di cittadinanza digitale. 

Per la Regione Campania si tratta di una straordinaria opportunità. Insieme ad essa, la Fondazione IFEL Campania ha raccolto la sfida assumendo un ruolo da protagonista nell’implementazione della misura, impegnandosi in prima linea nella costruzione delle condizioni necessarie per favorire la parità digitale, garantendo un equo accesso al complesso di servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni, nonché alle crescenti opportunità di sviluppo della persona che la trasformazione digitale offre.  

Ultime Notizie

Sbloccati i fondi FSC

di Alessandro Crocetta Il presidente De Luca: “Si conclude una vicenda politicamente complessa, che consente l’avvio di importanti iniziative per...

Servire al Futuro. La formazione nella pubblica amministrazione ai tempi dell’AI

di Susanna Sancassani e Walter Tortorella La crescente diffusione della formazione online e blended, così come i recenti sviluppi nell’ambito...

Cybersecurity e Pubblica Amministrazione: come la Direttiva Europea NIS-2 Cambia le Regole del Gioco

di Stanislao Montagna La pubblica amministrazione (PA) è ormai un bersaglio privilegiato delle minacce informatiche. Dati sensibili, servizi essenziali e...
spot_imgspot_img

“I profili STEM protagonisti della trasformazione digitale in atto nella PA”

di Gaetano Di Palo “Contrariamente al passato, queste figure oggi hanno un posto di rilievo nel reclutamento e negli organici...

“Con le STEM formiamo i giuristi del futuro”

di Redazione A colloquio con il professor Filiberto Brozzetti, coordinatore di un percorso universitario in “Macchine intelligenti e diritto”, presso...

Potrebbero interessarti
Raccomandati