Economia Ambiente Mare sempre più pulito in Campania

Mare sempre più pulito in Campania

di Redazione

Intervista alla Dott.ssa Emma Lionetti, funzionaria per le attività relative allo svolgimento del programma di sorveglianza sulle acque di balneazione ARPAC, l’agenzia regionale per la protezione ambientale: dal 2018 costa balneabile al 97 per cento

Ma il cielo è sempre più blu recitava 50 anni fa una gemma della canzone italiana a firma Rino Gaetano. A quanto pare, però, tornando ai giorni nostri, in Campania, non solo il cielo brilla d’azzurro, ma anche il mare, il nostro mare. E sì perché stando agli ultimi dati Arpac – guidata da Luigi Stefano Sorvino, avvocato cassazionista con particolare competenza in diritto amministrativo ed ambientale, da poco riconfermato per un triennio Direttore Generale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania – le acque che lambiscono le coste regionali sono pulite ed in netto miglioramento.

E proprio per questo, abbiamo rivolto alcune domande alla stessa Agenzia che, fra le molteplici attività, svolge quella della sorveglianza sulla balneazione delle acque. A risponderci, la Dott.ssa Emma Lionetti funzionaria preposta a tali attività di monitoraggio.

Dott.ssa Lionetti, siamo ormai in estate inoltrata, la gente va al mare e la spiaggia è la meta preferita per molti cittadini campani. Che spesso però, preferiscono dirigersi fuori regione per godersi un po’ di relax e beneficiare di acque nitide e cristalline. Eppure, la Campania, stando alle ultime rilevazioni ARPAC, mai come quest’anno, gode di un mare davvero di qualità: ci può spiegare i dati regionali sulla bontà delle nostre acque?

«La sorveglianza sulla qualità delle acque di balneazione è un programma molto articolato che ARPAC svolge, annualmente, a supporto delle competenze regionali, secondo principi e criteri definiti da direttive europee recepite da normative nazionali. I dati regionali sulla balneabilità delle nostre acque sono più che soddisfacenti, in quanto il trend evolutivo nell’ultimo decennio registra un lento ma graduale e netto miglioramento lungo l’intero litorale campano, a partire dalla stagione balneare 2015, con valori percentuali che dal 2018 si attestano al 97% di costa balneabile, dato confermato anche ad inizio stagione balneare 2024, con il 3% di acque ancora vietate alla balneazione perché risultate di qualità scarsa all’ultima classificazione regionale. Escluse dal conteggio le aree non utilizzabili ai fini balneari, circa 60 chilometri, per la presenza di aree portuali, servitù militari, canali e foci di fiumi non risanabili, zone di aree marine protette».

«Per il 2024 – prosegue Lionetti – il dato regionale relativo alla classe di qualità è confortante per il netto aumento delle acque “eccellenti”, che dall’88% della scorsa annualità si attestano al 90% per la stagione in corso. Un riscontro migliorativo, ad apertura stagione balneare, anche a livello provinciale, con l’aumento delle acque eccellenti da 89% a 94% nel Casertano; dati costanti invece in provincia di Napoli (86%) e di Salerno (90%). Con i primi controlli, dal primo aprile ad oggi, sono già stati effettuati 1.525 prelievi di acqua di mare a bordo della nostra flotta. Il bilancio stagionale è ancora più soddisfacente, in quanto è stato possibile recuperare alla balneazione circa 5,600 km di litorale indicato di qualità “scarsa” nell’ultima classificazione regionale. Ciò grazie agli interventi di risanamento messi in atto dalle amministrazioni locali, finalizzati a rendere più efficace la depurazione e il collettamento delle acque reflue scaricate nelle acque marine, interventi che sono stati ritenuti in linea con i principi normativi, e la cui efficacia è stata confermata dalle conformità delle indagini analitiche di ARPAC. Si tratta del ripristino alla balneabilità dei tratti “Spiaggia Maiori 2” a Maiori (Salerno), tratto unico “Minori” a Minori (Salerno), “Pietrarsa” a Napoli, “Sant’Angelo” a Serrara Fontana, nell’isola di Ischia, “Spineta Nuova” a Battipaglia (Salerno) e “Villa Comunale” Castellammare di Stabia (Napoli). Tali acque da scarse sono quindi attualmente considerate balneabili e di nuova classificazione fino al raggiungimento del set di dati utile, previsto dalla norma, per l’attribuzione della specifica classe di qualità».

Uno degli obiettivi strategici della Regione Campania a guida De Luca è quello di avere il mare pulito e balneabile su tutta la fascia costiera, dal Volturno al litorale Domitio, dalle costiere al Cilento: oggi questo obiettivo programmatico è realtà?

«Direi proprio di sì, anche in considerazione del graduale aumento della balneabilità e del recente recupero di parte delle acque di livello qualitativo considerato scarso. Nel dettaglio regionale si evidenzia, infatti, un lieve miglioramento di queste, che dal 7% registrato nel 2013 sono passate nel 2015 al 5%, e si attestano al 3% dal 2018 fino ad inizio stagione balneare 2024. Inoltre, per il 2024, rispetto alla scorsa stagione balneare, ben ventuno acque delle province campane costiere hanno variato la classe di qualità in miglioramento (v. tabella)».

Ci spiega come siano stati possibili i miglioramenti degli ultimi anni da un punto di vista tecnico oltre che strategico? Ad esempio, che tipo di interventi sono stati fatti su depuratori, scarichi fognari ecc. E quali fondi sono stati utilizzati? Oltre ai fondi strutturali, il PNRR sta incidendo sul miglioramento del sistema di depurazione campano?

«In generale l’andamento migliorativo ha risentito molto probabilmente della diminuzione di fenomeni piovosi intensi che, in genere, anche se di breve durata, mettono in crisi il sistema fognario regionale, che non prevede la separazione delle acque pluviali da quelle di fogna, con la conseguenza che i cosiddetti “tubi di troppo pieno”, a seguito di forti temporali, scaricando in mare le acque in eccesso, possono veicolare anche le acque fognarie, con il rischio di provocare fenomeni inquinanti. Ma va anche detto che progetti di riqualificazione urbanistica ed ambientale e di rifunzionalizzazione dei sistemi fognari e di collettamento che le autorità competenti hanno intrapreso e/o realizzato in sinergia con gli enti gestori del servizio idrico campano sono stati attuati e programmati, mentre altri sono in itinere. Inoltre, sicuramente contribuisce il controllo capillare da parte degli enti preposti sulle immissioni in mare illecite e/o non depurate di acque reflue, che potrebbero veicolare in mare contaminanti di tipo fecale e mettere a rischio la salute dei bagnanti che sempre più affollano le nostre coste».

Mappa interattiva della balneazione in Campania (Arpac) – clicca qui per navigarla

Che tipo di monitoraggi appronta ARPAC durante l’estate e durante tutto l’anno per tenere sotto controllo la qualità delle acque campane?

«L’ARPAC, ente strumentale della Regione Campania, nell’ambito dei propri compiti istituzionali, definisce lo stato generale del mare campano attraverso l’attuazione delle normative nazionali di recepimento delle Direttive Europee relative alle politiche sanitarie, ambientali ed economiche. Gli ambiti principali di intervento riguardano i controlli sulla qualità delle acque di balneazione per l’attribuzione della classe di qualità dei diversi tratti destinati all’uso balneare e la tutela igienico-sanitaria della salute pubblica, il monitoraggio delle acque marino-costiere per la classificazione dei corpi idrici ad integrazione dei piani territoriali regionali e, più in generale, il monitoraggio marino fino a 12 miglia dalla costa, con lo studio di nuove problematiche ambientali emergenti. Relativamente alle acque di balneazione, gestisce le varie fasi del programma di sorveglianza in tutti i mesi dell’anno per la pianificazione della rete di monitoraggio, l’analisi delle criticità, la classificazione dei tratti di mare destinati all’uso balneare, l’aggiornamento continuo dei profili di ciascuna acqua di balneazione, gli adempimenti regionali e nazionali, e svolge attività di controllo e monitoraggio stagionale, da aprile a settembre, lungo l’intero litorale della Campania, per garantire l’attività ricreativa della balneazione senza rischi sanitari derivanti da eventuali contaminazioni di tipo fecale. Complessivamente sono 328 le acque di balneazione (41 in provincia di Caserta, 148 in provincia di Napoli e 139 in quella di Salerno) indagate nel rispetto del calendario regionale in punti prefissati della rete (328 punti ordinari), laddove si prevede il maggior afflusso di bagnanti e in aree a presumibile rischio di inquinamento (49 punti di prelievo straordinari). Ciascun campione di acqua di mare prelevato – aggiunge la Dott.ssa Lionetti – è poi successivamente analizzato nei laboratori ARPAC, secondo i criteri della normativa vigente di settore, per la ricerca dei parametri microbiologici (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali) ritenuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità indicatori di contaminazione fecale e pertanto determinanti la balneabilità. In caso di situazioni anomale ed evidenza di inquinamento provvede inoltre ad ulteriori indagini e sopralluoghi per individuare le probabili cause, ed effettua campionamenti aggiuntivi per dimostrare il persistere o la cessazione dell’evento. Su un totale di circa 480 chilometri di costa adibita alla balneazione, si prevedono all’incirca 2.500 prelievi e oltre 5.000 determinazioni analitiche annue. L’agenzia provvede inoltre alla costante informazione in tempo reale degli esiti del monitoraggio mediante l’implementazione continua del portale balneazione, focus del sito dell’agenzia, dell’app “Arpac Balneazione” per dispositivi mobili, e per i casi più salienti tramite il profilo X di ARPAC».

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