di Roberto Cirillo e Alberto Maria Langella
La probabilità di un’azione penale aumenta al momento della perdita del posto di lavoro e rimane costante negli anni. Un aumento sia dei reati a sfondo economico (+43 %) sia dei reati violenti (+17 %) è notevolmente più forte per coloro che hanno maggiori probabilità di avere problemi di liquidità con la perdita del posto di lavoro, ovvero: lavoratori più giovani, assunti da poco e con un basso livello di istruzione[1].
Tasso di disoccupazione giovanile e NEET
A una troppo ridotta partecipazione delle donne al mercato del lavoro[2] si somma l’altrettanto troppa disoccupazione giovanile laddove l’Italia è terza in Europa[3] (con le potenziali conseguenze di cui sopra): i tassi di disoccupazione giovanile tra i più alti in Europa si registrano nelle Regioni dell’Italia meridionale: Campania (53,6 %), Sicilia (53,6 %) e Calabria (52,7 %), ponendole tra gli ultimi 10 posti su 280 Regioni monitorate nel 2018[4].
La quota di cittadini in Italia tra 15 e 29 anni che non ha un lavoro né segue un percorso scolastico o formativo (NEET) è tra le più elevate, come emerge dai dati OCSE per il 2022: 22,9% in Italia rispetto a una media Paesi OCSE del 12,6%[5]. Si prevede, inoltre (conseguentemente alla discontinuità nell’istruzione derivante dallo shock del Covid-19) che una nuova generazione di NEET vada ad aggiungersi e che inciderà per il 10% della popolazione lavorativa nel 2040[6]. In Campania, i giovani NEET (al 34,1%) sono ormai oltre 1 su 3, come confermato dal tasso di abbandono scolastico (7,8%)[7].
Due mismatch correlati: offerta e domanda di lavoro e skill
Il mancato incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro (a causa del quale le imprese incontrano crescenti difficoltà a trovare i profili di cui necessitano[8]), nel 2023 in Italia, superando il 45% delle assunzioni (quasi 2,5 milioni) è addivenuto a una dimensione strutturale[9]. Questo mancato aggancio è riconducibile a due fenomeni diversi:
– da una parte, il c.d. labour shortage (carenza di lavoratori);
– dall’altro lo skill mismatch, che riguarda ambiti e competenze specifiche, e la difficoltà nel trovare personale dalle competenze particolari;
entrambi hanno un costo nazionale stimato, per il 2023, pari a 43,9 miliardi di euro (corrispondente a una perdita di valore aggiunto pari al 3,4%[10] e al 2,5% del Prodotto interno lordo italiano).
I settori in cui il labour shortage (amplificato dal fattore demografico) è più evidente sono: Commercio, Turismo e Costruzioni (gli ultimi due rientrano fra gli esiti occupazionali dell’ultimo bando IFTS della Campania, non a caso[11]).
Per l’occupazione giovanile permangono rilevanti criticità legate a:
- durata troppo lunga della transizione dalla scuola al lavoro
- uso improprio dei tirocini formativi e di orientamento extracurriculari
- assenza di consolidati percorsi duali di formazione e lavoro
- basso utilizzo dell’apprendistato
- elevata discontinuità lavorativa
- forme di lavoro subordinato mascherate come autonomo[12].
Le filiere dell’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) hanno come obiettivo di formare figure professionali che rispondano a una domanda di lavoro in continua mutazione (per via di innovazioni tecnologiche e della internazionalizzazione dei mercati) in modo da arginare la difficoltà di reperimento d’una forza lavoro adeguata alle qualifiche richieste dal mercato. In ragione di ciò, gli IFTS possono coprire un ruolo impattante nel ridurre il mismatch[13] fra il fabbisogno occupazionale delle imprese e nuove risorse umane, formate e attive, in attesa di accedere al mercato del lavoro[14], andando a contrarre lo skill mismatch che riguarda, particolarmente, settori ad alta specializzazione: le professioni ICT, in primis (anche questo oggetto di bando IFTS Campania). Questo è tantopiù vero laddove le difficoltà derivanti da labour shortage e skill mismatch assumono dimensioni rilevanti per le carenze nel collegamento tra sistema formativo e mercato del lavoro (fine e risultato atteso degli IFTS)[15].
Ci sono due prospettive dalle quali poter misurare lo scompenso tra l’offerta e la domanda di lavoro d’un territorio: da una parte, il tasso di disoccupazione, che indica quante persone vorrebbero lavorare (e sono attivamente alla ricerca di un impiego) ma non riescono a trovarlo (e misura il mismatch dal punto di vista dell’offerta) e, dall’altra, il tasso dei posti vacanti, ovvero delle posizioni lavorative (appena create, non occupate o in procinto di essere liberate) per le quali le imprese cercano attivamente candidati[16]. Insieme, formano la c.d. curva di Beveridge.
Tasso di posti vacanti in Campania
Il tasso di posti vacanti è indicatore della domanda di lavoro insoddisfatta: l’Italia figura, in Europa, fra le ultime posizioni per offerta di posti vacanti (1), leggermente migliore solo di Bulgaria e Spagna (0,9), Portogallo (0,8) e Grecia (0,2) e molto indietro rispetto a Repubblica Ceca (4,1), Belgio (2,9) e Germania (2,7). In Campania si stima un incremento dello stock occupazionale del 6,2 % nel periodo 2024-2028, percentuale che corrisponde a circa 111mila occupati in più. La componente di sostituzione (replacement demand) è pari a 208mila lavoratori, con cui si raggiunge una stima di un fabbisogno di circa 320mila occupati[17]. Le opportunità lavorative previste in Campania nel 2024 confermano una crescita prevista dei settori campani in merito al Turismo (servizi turistici e servizi di alloggio e ristorazione) con un dato di 81.480. Delle 114.340 entrate previste in Campania, al 13 settembre 2024, risulta dominante la richiesta di esercenti e addetti nelle attività di Ristorazione (14.350), seguita dagli addetti al comparto Vendite (11.890), Segreteria (4.090) e accoglienza e informazione alla clientela (2.500). Dati importanti registrano le professioni non qualificate con servizi di Pulizia (7.310) e Spostamento e consegna merci (7.300), seguiti, ma con un livello maggiore di specializzazione, dagli operai addetti alle Costruzioni e mantenimento di strutture edili (6.890) e alle rifiniture delle costruzioni (6.890)[18]. La qualità della domanda di lavoro espressa da queste microimprese si conferma mediamente (54,6%) o addirittura scarsamente (25,9%) qualificata[19], destinando gli studenti universitari all’overqualification o all’emigrazione interna o esterna (la c.d. fuga dei cervelli che al Meridione ha, purtroppo, numeri importanti). Questa tendenza va correlata con le future esigenze occupazionali nell’UE27 nel periodo 2022-2035, laddove la richiesta massima sarà per i professionisti con un alto livello di istruzione, mentre quella minima per i lavoratori agricoli e affini con un basso livello di istruzione[20].
Tasso di disoccupazione campano
Secondo il rapporto Randstad, la disoccupazione italiana è legata alla mancata corrispondenza delle competenze degli individui che ricercano lavoro e le necessità dei datori di lavoro[21]. Il tasso di disoccupazione dell’Italia nel IV trim. del 2022 (ultimo dato aggiornato) era del 7,9%, mentre quello campano del 17,7% (+9,8%), e il tasso di inattività del 47,2%, a fronte di un dato nazionale del 33,9% (registrando, anche in questo caso, un incremento locale di 13,3 p.p.), a ribadire che la Campania brilla negativamente all’interno di un quadro nazionale che, a sua volta, si distingue, sempre al negativo, rispetto al resto d’Europa.
Napoli è seconda, in Italia, per tasso di disoccupazione, col 21%, seguita da Caserta (15,1%) all’undicesimo posto e Salerno (15%) al dodicesimo, laddove per tasso di inattività Caserta è la prima delle province campane (51,1%), e sesta nazionale, seguita da Napoli (49,4%), al decimo posto. In Campania, al IV trim. del 2022 i disoccupati erano 351.761 di cui il 57,5% aventi al massimo la terza media il primo settore per occupazione campano che matcha positivamente con le linee occupazionali degli IFTS è quello delle Costruzioni (7,1%)[22].
Gender gap occupazionale
In tutta Europa il tasso di disoccupazione delle donne è maggiore soprattutto nelle aree nelle quali sono più deboli i servizi sociali nelle quali, tradizionalmente, il peso di cura della famiglia (anziani e minori) ricade tradizionalmente sulla componente femminile.
In Italia, il livello dei servizi socioeducativi per la prima infanzia (che incide indirettamente sul gender gap occupazionale) è complessivamente scarso e mal distribuito sul territorio: in termini di posti disponibili, nei servizi educativi pubblici e privati la Campania si colloca all’estremo della graduatoria nazionale laddove meno di 9 bambini possono avere accesso al servizio, misurando, nel 2021, una quota di posti nei servizi educativi per l’infanzia pari all’11,7% minore di 16,3 p.p. al dato nazionale[23].
Curva di Beveridge
Dal 2008 al 2015-2019, l’Italia ha registrato un “grave scivolamento” nel rapporto tra disoccupazione e posti vacanti: tassi di disoccupazione passati dal 6% a oltre il 10% e difficoltà di reperimento innalzatasi a livelli record[24].
Il rafforzamento dell’orientamento degli studenti, insieme al potenziamento dell’istruzione tecnica post-secondaria di alta qualità, contribuirebbe ad agevolare l’accesso dei giovani al mercato del lavoro e ad allineare meglio i programmi dell’istruzione terziaria alle esigenze del mercato del lavoro.
[1] Diogo G. C. Britto, Paolo Pinotti, Breno Sampaio, The Effect of Job Loss and Unemployment Insturance on Crime in Brazil, 2022.
[2] Regione Campania, Ufficio speciale nucleo per la valutazione e verifica degli investimenti pubblici, Politiche attive del lavoro in Campania, rapporto intermedio, ottobre 2020.
[3] Dirigenti industria, Federmanager Lombardia, Il superamento del mismatch fra le competenze richieste e quelle disponibili, Sintesi del discorso di apertura di Valentina Aprea al convegno “Il superamento del mismatch per l’occupazione e la competitività attraverso l’apprendimento permamente”, tenuto presso la Camera dei deputati, il 22 giugno 2023.
[4] News release N. 75/2019 relativa al rapporto Unemployment in the EU regions in 2018.
[5] L’Italia resta la patria del mismatch e dei NEET”, Dirigenti industria, Federmanager Lombardia, Il superamento del mismatch fra le competenze richieste e quelle disponibili, Sintesi del discorso di apertura di Valentina Aprea al convegno “Il superamento del mismatch per l’occupazione e la competitività attraverso l’apprendimento permamente”, tenuto presso la Camera dei deputati, il 22 giugno 2023.
[6] Posti vacanti e disoccupazione tra passato e futuro, Primo Rapporto Randstad Research sul “matching”, Febbraio 2021.
[7] Confindustria, Rapporto PMI Campania, 2022.
[8] PIDMed, Punto impresa digitale mediterraneo, L’indagine Excelsior: il mismatch territoriale di competenze digitali
[9] (soprattutto a causa degli andamenti demografici previsti per il quinquennio 2024/2028).
[10] di quanto generato complessivamente dai settori privati industriali e dei servizi rappresentati all’interno del campo d’osservazione del Sistema informativo Excelsior.
[11] Se, nel caso di quest’ultimo, la carenza di lavoratori è legata a un aumento della domanda di lavoro in vista degli investimenti del PNRR, nel caso di Commercio e Turismo pesano le condizioni di lavoro spesso non ideali e gli stipendi bassi.
[12] XXV Rapporto CNEL mercato lavoro e contrattazione collettiva.
[13] Il contrario del “matching”, ovvero “il processo attraverso il quale le competenze e le qualifiche di una lavoratrice o di un lavoratore vengono confrontate con i requisiti richiesti per riempire un determinato “posto vacante”, al fine di stabilire se vi è, in tutto o in parte, corrispondenza”. Posti vacanti e disoccupazione tra passato e futuro, Primo Rapporto Randstad Research sul “matching”, Febbraio 2021.
[14] Unioncamere, Sistema informativo Excelsior, Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine. Scenari per l’orientamento e la programmazione della formazione, (2022-26).
[15] Unioncamere.
[16] Definizione tratta dal regolamento UE 453/2008.
[17] Unioncamere, Sistema informativo Excelsior, Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024/2028), Scenari per l’orientamento e la programmazione della formazione.
[18] Nell’industria delle costruzioni, le quote di unità locali sul totale oscillano dal 10,9 % della provincia di Caserta al 7,4 % della provincia di Napoli. La quota di addetti nel settore delle costruzioni è pari all’8,7 %, con i valori più alti toccati a Benevento e Caserta. Confindustria, Rapporto PMI Campania, 2022.
[19] SISCO – MLPS, livello di skill richiesto per professione nei rapporti di lavoro attivati in Campania nel 2023.
[20] Cedefop, https://www.cedefop.europa.eu/en/tools/skills-intelligence/future-employment-needs?country=EU27&year=2022-2035#1.
[21] Posti vacanti e disoccupazione tra passato e futuro, Primo Rapporto Randstad Research sul “matching”, Febbraio 2021.
[22] Quadro statistico del mercato del lavoro campano, di Sviluppo Lavoro Italia s.p.a., aggiornato al 18 marzo 2024 https://public.tableau.com/app/profile/anpalservizi/viz/Imercatilocalidellavoro/Home
[23] Confindustria, Rapporto PMI Campania, dicembre 2023.
[24] Posti vacanti e disoccupazione tra passato e futuro, Primo Rapporto Randstad Research sul “matching”, Febbraio 2021.