di Annapaola Voto
È stato un anno intenso. Sia dal punto di vista del consolidamento degli obiettivi conseguiti secondo la visione del piano strategico della Fondazione che mi onoro di dirigere, sia dal punto di vista dello “sguardo” che abbiamo dovuto flettere attorno agli avvenimenti mondiali i cui effetti si sono avvertiti a ogni latitudine, spingendo anche le nostre azioni a intercettarne il transito per possibili soluzioni ad hoc.
Inizia il 2025 che rappresenta l’ultimo miglio della mia guida triennale alla direzione della Fondazione. Il bilancio del 2024 fotografa il nuovo modello gestionale oggetto di implementazione a valle dei follow up registrati negli ultimi mesi, l’analisi degli impatti di risultati, considerata come attività essenziale ai fini di una rappresentazione estesa delle performance della Fondazione e della capacità di incidere sugli obiettivi della Regione Campania e degli altri beneficiari delle nostre azioni, i principi ESG e gli obiettivi stabiliti da Agenda 2030, sui quali la Fondazione ha svolto uno specifico approfondimento, il supporto alla creazione di strumenti finanziari potenzialmente adattabili sia alle misure in corso che a quelle in fase di adozione.
La Fondazione ha inteso dotarsi di tutti gli strumenti previsti in materia di adeguati assetti organizzativi, implementando altresì quanto previsto in materia di controlli e redigendo un budget finanziario, e non solo economico, a 12 mesi, dal quale è possibile evincere il DSCR e la probabilità di default. Tale strumento di monitoraggio della situazione finanziaria, oltre che economica, consente di rappresentare la capacità di far fronte alle proprie obbligazioni, qualificando le modalità di interlocuzione con i fondatori e i responsabili preposti al controllo analogo ratione materiae, sia per monitorare in modo puntuale ed aggiornato la capacità di auto-sostenimento della crescita fornendo ogni opportuna rassicurazione ai responsabili delle commesse, sulla capacità finanziaria a contrarre ulteriori obbligazioni.
Abbiamo accresciuto l’efficacia del nostro supporto alla Regione Campania ed agli uffici attuatori di specifiche misure, con i quali la Fondazione ha instaurato da anni una efficace collaborazione, fornendo un contributo di standing sempre più elevato e consentendo, al contempo, la generazione di valore collettivo e durevole.
Processi e azioni la cui efficacia è ormai formalmente certificata, dai processi decisionali e organizzativi secondo un sistema di gestione della qualità alle politiche organizzative del lavoro interno nel nome dell’inclusione e della riduzione del gap discriminatorio.
Ma, qui, su Poliorama, la rivista che dirigo da un anno e che è la voce delle attività di IFEL mi fa piacere sottolineare soprattutto un aspetto oltre i punti più tecnici del piano strategico delle attività. Mi sono preoccupata di “rafforzare la voce” per un dialogo leale e trasparente con la comunità interessata alle nostre attività. Ma anche per innovare i processi.
L’utilizzo delle tecnologie informatiche e della rete Internet permette infatti di innovare le attività e lo svolgimento dei procedimenti amministrativi, perseguendo gli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità; consente di aprire nuovi canali di comunicazione e nuovi spazi di partecipazione perseguendo gli obiettivi di trasparenza e democraticità; permette di ripensare e migliorare l’erogazione dei servizi pubblici aprendo nuove possibilità di contatto e offrendo nuovi servizi, al fine di semplificare i rapporti con i cittadini e con le imprese.
Abbiamo dato valore all’Open Government, che indica non solo la dematerializzazione dei documenti, ma anche la comunicazione esterna attraverso i siti web istituzionali e l’accesso ai servizi in rete, come anche ai processi di e-democracy e agli open data, comprendendo anche una più generale trasformazione dell’organizzazione interna delle strutture e del lavoro dell’amministrazione pubblica.
Si parla di comunicazione ma si dimentica troppo spesso con chi realmente abbiamo a che fare: le persone.
La comunicazione è la chiave per attivare un dialogo partecipato basato sull’ascolto e sulla fiducia reciproca. Perché questo accada è necessario ricordarci che stiamo comunicando “con” e “alle persone” del nostro contesto e non solo per l’organizzazione.
La comunicazione nelle PA può e deve essere utilizzata per rendere conto ai cittadini e alle imprese dell’utilizzo delle risorse pubbliche, garantendo così la trasparenza e l’accountability delle attività e delle operazioni attuate. Questo può essere realizzato attraverso la pubblicazione di dati e informazioni sui bilanci, sulle spese e sull’attività realizzata. Però, anche in questo caso, scrivere i numeri non significa garantirne la trasparenza. La cosa più importante non è mettere i dati a disposizione sui siti istituzionali, questo è un dovere, ma non un elemento sufficiente. È fondamentale renderli comprensibili, utilizzando un linguaggio diretto, semplice e esplicativo che lasci realmente comprendere il senso della spesa, le ragioni e gli effetti della stessa.
In sintesi, la comunicazione può essere uno strumento fondamentale per migliorare il rapporto tra la pubblica amministrazione, i cittadini e le imprese.
Ma non solo, la comunicazione per la PA può diventare strumento di cittadinanza attiva e partecipazione. La pubblica amministrazione può infatti coinvolgere i cittadini e le imprese nelle decisioni e nelle scelte che riguardano la loro comunità. E come può farlo se non attivando momenti di incontro e ascolto quali: consultazioni pubbliche, audizioni e discussioni, strumenti che consentono di raccogliere idee, opinioni e suggerimenti dai cittadini e dalle imprese. Momenti in cui la comunicazione si esprime in tutta la sua potenzialità.
Lo sforzo di raggiungimento degli obiettivi di questo biennio, che è in parte condensato nelle pagine a seguire, è stato ben ripagato anche grazie al lavoro encomiabile delle risorse umane di cui dispone la Fondazione. A loro va il mio ringraziamento. Con loro ho verificato quanto sia imprescindibile “camminare assieme” per raggiungere un risultato condiviso. Il cammino non è terminato, buon anno a tutti.