di Alessandro Crocetta
Il direttore IFEL Campania Annapaola Voto: “Con i nostri progetti sosteniamo una figura che ha fatto registrare nel 2022-23 una impennata della domanda superiore alla media nazionale”
Contribuire a fornire gli strumenti teorici e pratici necessari per operare con competenza ed efficacia nel contesto sociale campano, attraverso progetti specifici e percorsi formativi altamente professionalizzanti. È il ruolo che IFEL Campania sta svolgendo in questi anni a favore della figura del mediatore culturale e linguistico, che ha fatto registrare nel 2022-2023 una impennata della domanda – superiore alla media nazionale – da parte delle imprese campane, secondo i dati del Sistema Informativo Excelsior.
È quanto ha sottolineato il Direttore Generale di IFEL Campania Annapaola Voto nel corso dell’evento “La mediazione Interculturale in ambito giudiziario, sanitario, scolastico”, tenutosi a palazzo Corigliano a Napoli, organizzato dall’Università di Napoli “L’Orientale”, e a cui hanno partecipato, tra gli altri, l’Assessore alla Sicurezza del Comune di Napoli, Antonio De Iesu, e l’Assessore alla Formazione Professionale della Regione Campania, Armida Filippelli, che ha concluso la prima parte del dibattito.
“La Regione Campania – ha aggiunto il direttore di IFEL Campania nel corso dell’incontro – occasione per presentare alla platea universitaria il nuovo Master di primo livello in Mediazione Interculturale – ha ufficialmente riconosciuto nel 2003 la figura professionale del mediatore culturale, sottolineandone l’importanza quale “operatore in grado di svolgere la funzione di mediazione linguistica e soprattutto di orientamento culturale”, agendo come “ponte” tra gli immigrati stranieri e i servizi e/o la popolazione del Paese di accoglienza. Nonostante la Pubblica Amministrazione rappresenti un importante ambito di impiego, gli sbocchi professionali per i mediatori culturali si estendono ben oltre. Il Terzo Settore, in particolare, offre numerose opportunità, con un tessuto associativo in Campania particolarmente ricco e dinamico. Le imprese sociali, in crescita costante, rappresentano un’area di impiego privilegiata per i mediatori culturali, che possono mettere a frutto le proprie competenze a servizio dello sviluppo locale e dell’inclusione sociale”.
“Per quanto riguarda più specificamente il sostegno di IFEL Campania a questa importante professione – ha spiegato ancora – voglio ricordare la nostra partecipazione al programma “Scuola Viva” e al progetto “Digit”, che rappresentano due esempi concreti di come la mediazione interculturale possa contribuire a rendere la scuola un luogo di inclusione e a colmare il divario digitale. “Scuola Viva” punta a rafforzare il legame tra scuola, territorio e comunità, offrendo percorsi di apprendimento inclusivi e stimolanti, mentre “Digit” si propone di fornire a tutti i cittadini, compresi quelli appartenenti alle fasce deboli, e dunque anche agli stranieri, le competenze digitali di base. La mediazione interculturale riveste infine un ruolo strategico anche nel garantire la piena accessibilità dei servizi offerti dai CPI, i Centri per l’Impiego, offrendo supporto linguistico, informazioni chiare e trasparenti e percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro”.
“La Regione sostiene fortemente questo ruolo – ha detto l’Assessore regionale alla Formazione Filippelli – che io definirei di “interazione” più che di “integrazione”, ossia in grado di consentire alle diversità culturali di dialogare tra di loro, conoscendo e comprendendo le differenze, in modo da convivere pacificamente e arricchirsi reciprocamente. Per questo la formazione che decliniamo nei diversi progetti messi in campo dalla Regione danno grande importanza e valorizzano le opportunità in questo campo, perché – come dico sempre – la formazione ti deve trasformare. E in un mondo sempre più multietnico e complesso la politica deve essere in grado di anticipare i tempi. Vanno comunque superate le criticità che ancora esistono, come ad esempio la mancanza di un riconoscimento formale di questa figura professionale. Propongo dunque la costituzione di un apposito tavolo sul tema con tutti i protagonisti, politici, culturali, associativi e istituzionali per sostenere ancora di più il ruolo del mediatore sia dal punto di vista della formazione che delle opportunità di lavoro”. “La Regione non farà nessun passo indietro nella promozione della pace e della coesione sociale ha aggiunto la Filippelli – È fondamentale adottare un approccio che favorisca l’interazione tra migranti di diverse etnie e religioni, andando oltre la mera integrazione. Invito dunque i giovani iscritti al master a diventare promotori di un movimento che rafforzi il ruolo dei mediatori culturali, in sinergia con la Regione, per un futuro di speranza e pace per le nuove generazioni”.
Il convegno ha esplorato vari approcci alla mediazione culturale, mettendo in risalto le specificità di ogni ambito – giudiziario, sanitario, scolastico – e le competenze essenziali per superare le barriere linguistiche e culturali. Dati recenti illustrano come in Campania la popolazione straniera rappresenti circa il 6,5% della popolazione complessiva, con una significativa presenza di categorie vulnerabili, come minori e donne, che rendono indispensabile un rafforzamento istituzionale dei servizi di mediazione.
Oltre alla partecipazione del Direttore di IFEL Campania e dell’Assessore regionale alla Formazione, dopo i saluti istituzionali da parte di Roberto Tottoli, Rettore dell’Università di Napoli “L’Orientale”, di Roberta Giunta, Direttrice del Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, e di Salvatore Luongo, Direttore del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati, l’evento ha visto l’intervento di Antonio De Iesu, Assessore alla Sicurezza del Comune di Napoli, già Questore e Prefetto di Napoli, che ha parlato di disagio e devianza minorile, le cause del fenomeno e i fattori familiari ed ambientali. È stata poi la volta di Assunta Borzacchiello, Dirigente del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Campania, intervenuta sui temi del multiculturalismo, intercultura, transculturalismo nel carcere e riflessioni su sicurezza e trattamento. È stata poi la volta di Carla Ciavarella, del Gruppo di lavoro del Comitato penologico del Consiglio d’Europa, che ha incentrato il suo intervento sulla mediazione interculturale come strumento di integrazione: inclusione sociale e diritti dei cittadini. Quindi Catello Formisano, Dirigente Programmazione, progettazione e percorsi di inclusione in materia di immigrazione della Regione Campania, ha parlato di mediazione come “ponte” tra i progetti di inclusione dei migranti e gli ambiti sociali, sanitari e amministrativi.