A colloquio con i facilitatori Francesco Di Giovanni e Mitzy Showerer, che svolgono un ruolo cruciale nel Progetto DigComp della Regione Campania e di IFEL Campania, finanziato con i fondi del PNRR.
di Elena Severino
Nell’era digitale, le competenze tecnologiche sono diventate essenziali per la vita di tutti i giorni, il lavoro e la partecipazione attiva alla società. Che si tratti di utilizzare servizi online, comunicare attraverso piattaforme digitali o gestire la propria identità digitale, la capacità di interagire con questo mondo è cruciale. Tuttavia, per molti cittadini, questo settore può sembrare complesso e inaccessibile. Il divario digitale, ovvero la differenza tra chi ha accesso e competenze digitali e chi ne è escluso, rappresenta una sfida importante per la nostra società. La Regione Campania, attraverso il progetto DigComp, finanziato con i fondi del PNRR e in collaborazione con la Fondazione IFEL Campania, sta investendo nel futuro digitale dei suoi cittadini. L’obiettivo è ridurre il divario e garantire che tutti abbiano le competenze necessarie per partecipare attivamente alla società digitale. Il progetto DigComp prevede l’attivazione di oltre 350 punti di facilitazione digitale in Campania, dislocati presso diverse strutture sul territorio regionale, tra cui ASL, aziende ospedaliere, università, scuole e altri enti.
Gli obiettivi principali sono: promuovere le competenze digitali, supportare l’apprendimento e l’adozione delle competenze digitali in una varietà di contesti, tra cui istruzione, occupazione e vita quotidiana; fornire un linguaggio comune e un quadro di riferimento per le competenze digitali in modo che possano essere misurati, sviluppati e migliorati in tutta Europa; garantire che tutti, in particolare i gruppi vulnerabili o svantaggiati, abbiano accesso alle possibilità di formazione e sviluppo delle competenze digitali; in generale, DigComp mira a ridurre il divario digitale, promuovere una partecipazione più forte alla società digitale e migliorare la qualità della vita dei cittadini europei.
Al centro di questo progetto ci sono i facilitatori, figure professionali che incarnano il ponte tra il mondo digitale e i cittadini. Questi esperti, con la loro passione, competenza e capacità di adattamento, sono vere e proprie guide che accompagnano i partecipanti attraverso il complesso mondo delle competenze digitali. In queste due interviste, esploreremo il ruolo fondamentale dei facilitatori nel progetto DigComp, il loro legame con il framework DigComp e come stanno contribuendo a plasmare il futuro digitale della comunità. Scopriremo come questi pionieri dell’alfabetizzazione digitale stanno aprendo le porte a un futuro più inclusivo e connesso per tutti i cittadini.
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In cosa consiste esattamente il ruolo del facilitatore nel progetto DigComp e come si lega al framework DigComp?
Francesco Di Giovanni: “Il progetto DigComp è un’iniziativa dell’Unione Europea volta a migliorare le competenze digitali nella popolazione europea, con osservazioni speciali di studenti, dipendenti e lavoratori qualificati. Il progetto si basa sul framework Digital Skills (DigComp), che spiega le competenze digitali necessarie per partecipare completamente alla società e all’economia digitale”.
La collaborazione tra facilitatori è essenziale. Come vi organizzate per condividere esperienze, risorse e ottimizzare il processo di apprendimento per i partecipanti?
“La collaborazione tra facilitatori è una componente chiave del successo di progetti complessi. Lavorare in team consente di sfruttare una varietà di prospettive, esperienze e approcci che possono arricchire molto il processo di digitalizzazione. La cooperazione tra facilitatori può aiutare a ridurre la pressione individuale, condividere la responsabilità e le difficoltà che possono verificarsi durante il processo di facilitazione. Un aspetto fondamentale della cooperazione tra i facilitatori è anche una comunicazione continua e aperta. Ciò consente di imparare gli uni dagli altri e ottimizzare il processo in base ai requisiti del gruppo”.
Nel suo lavoro con persone che presentano difficoltà linguistiche e culturali, quali sono state le sfide più ardue che ha incontrato e come è riuscito a superarle? Ci racconti un episodio che l’ha particolarmente colpita.
“È davvero gratificante aiutare qualcuno a orientarsi in sistemi complessi, specialmente quando si trova ad affrontare difficoltà linguistiche e culturali. Il supporto che offriamo va ben oltre l’assistenza pratica; ha un valore umano intrinseco. Ricordo in particolare un ragazzo originario del Ghana. Il suo percorso è stato tutt’altro che semplice: barriere linguistiche, difficoltà burocratiche e un sistema sanitario complesso da decifrare. Sono stato al suo fianco, passo dopo passo. Abbiamo iniziato con la pratica, attivando la sua identità digitale, un lasciapassare fondamentale per il mondo online. Poi, lo abbiamo accompagnato nella giungla delle pratiche mediche, aiutandolo a cambiare medico curante. Ma il mio ruolo non si è limitato a questo. Ho cercato di colmare le lacune linguistiche, traducendo documenti, spiegando concetti complessi e fungendo da ponte tra lui e il mondo esterno. Vedere la sua gratitudine e il suo sollievo è stata la ricompensa più grande. In quel momento, ho capito che il nostro lavoro non è solo fornire competenze digitali, ma anche offrire un supporto umano, un aiuto concreto per migliorare la vita delle persone”.
Questa testimonianza sottolinea come il ruolo del facilitatore vada oltre la semplice trasmissione di competenze digitali. È un punto di riferimento umano, una guida che accompagna le persone nel loro percorso di inclusione digitale, aiutandole a superare ostacoli burocratici, linguistici e culturali. Il valore aggiunto di questa figura professionale risiede nella capacità di creare un legame empatico con l’utente, offrendo un supporto personalizzato e umano. In questo modo, il facilitatore contribuisce a costruire una società più inclusiva e digitale, dove nessuno viene lasciato indietro.
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In questa seconda intervista a Mitzy Showerer, altro facilitatore, approfondiamo il ruolo cruciale delle competenze digitali nel contesto attuale, le strategie di apprendimento più efficaci adottate nel programma e l’impatto trasformativo di questa iniziativa sulla comunità.
Quali sono le competenze digitali più richieste che le persone desiderano sviluppare attraverso i programmi di DigComp?
Mitzy Showerer: “Il ruolo di un facilitatore, come suggerisce il termine stesso, è quello di semplificare l’interazione e l’apprendimento del mondo digitale per i partecipanti. Siamo un ponte tra le persone e la tecnologia, rendendo più accessibili concetti e strumenti che possono sembrare complessi. Tra le competenze digitali più richieste, spicca l’attivazione dell’identità digitale. Questa è una sorta di chiave d’accesso personale al mondo dei servizi online, sia pubblici che privati. Permette ai cittadini di gestire in autonomia e sicurezza le proprie informazioni e di interagire con la Pubblica Amministrazione attraverso i portali digitali. Nella mia sede operativa, i servizi digitali più richiesti sono l’App Campania in Salute e l’App INPS. Queste applicazioni hanno semplificato notevolmente l’accesso a servizi essenziali come la prenotazione di visite mediche, la consultazione di referti e l’accesso a prestazioni previdenziali. Il nostro compito è quello di guidare i partecipanti nell’utilizzo di questi strumenti, fornendo loro le competenze necessarie per diventare autonomi e consapevoli nel mondo digitale”.
Come facilitatore, quali strategie utilizza per rendere l’apprendimento delle competenze digitali coinvolgente e accessibile a persone con background e livelli di istruzione diversi?
“Trasformare l’apprendimento in una conversazione amichevole, cercando di creare un ambiente di apprendimento rilassato e accogliente, simile a una chiacchierata tra amici. Questo aiuta a ridurre l’ansia e a creare un clima di fiducia”.
Quando insegna competenze digitali a persone che parlano lingue diverse o che hanno background culturali differenti, quali sono le difficoltà maggiori che incontra? C’è un episodio che l’ha particolarmente colpito e che le ha insegnato qualcosa di importante?
“Per me è stata un’esperienza profondamente significativa, poiché ho avuto la percezione concreta di essere d’aiuto a numerosi partecipanti. Essendo poliglotta, con una conoscenza fluente di quattro lingue, sono naturalmente portata a creare un ambiente accogliente e a mettere le persone a proprio agio, superando le barriere linguistiche e culturali. Vorrei condividere un esempio particolarmente significativo: ho preso per mano un giovane partecipante fin dall’inizio del suo percorso di apprendimento digitale. Insieme, abbiamo attivato la sua identità digitale, un passo fondamentale per accedere ai servizi online. Successivamente, l’ho guidato nella consultazione della piattaforma INPS per la presentazione di una domanda NASpI. Dopo l’accoglimento della domanda, il ragazzo ha dovuto accedere alla piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa) per completare l’attivazione. L’ho supportato anche in questa fase, assicurandomi che comprendesse appieno le procedure e i requisiti necessari. Il mio supporto non si è limitato a questo: l’ho aiutato a individuare e a iscriversi a un corso di formazione gratuito, mirato a sviluppare le competenze necessarie per il suo futuro professionale. Al termine di questo percorso, il giovane non solo ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti, ma ha anche acquisito una maggiore fiducia nelle proprie capacità e nel suo futuro lavorativo. Questa esperienza, e molte altre simili, mi hanno confermato l’importanza del mio ruolo di facilitatrice: un punto di riferimento per coloro che si avvicinano al mondo digitale, un ponte tra le opportunità offerte dalla tecnologia e le esigenze concrete delle persone”.
Qual è l’impatto più significativo che ha osservato nei partecipanti che hanno completato i programmi di DigComp?
“La soddisfazione più grande risiede nel vedere la trasformazione nei partecipanti. Molti arrivano con timore, pensando che il mondo digitale sia un labirinto inaccessibile, ma poi scoprono che è molto più semplice di quanto immaginassero. Il momento in cui realizzano di poter risolvere un problema, di poter accedere a un servizio online o di poter comunicare con i propri cari attraverso la tecnologia è impagabile. Le competenze digitali non sono più un optional, ma un requisito fondamentale, paragonabile all’alfabetizzazione di base. Sono essenziali sia nel mondo del lavoro, dove le aziende richiedono sempre più competenze digitali, sia nella vita di tutti i giorni, per accedere a servizi, informazioni e opportunità. Iniziative come questa sono cruciali perché colmano il divario digitale e forniscono alle persone gli strumenti necessari per partecipare attivamente alla società moderna. Non si tratta solo di imparare a usare un computer, ma di acquisire una mentalità digitale, di sviluppare la capacità di apprendere e adattarsi alle nuove tecnologie, di essere cittadini consapevoli e partecipi nell’era digitale”.
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Le interviste a Francesco Di Giovanni e Mitzy Showerer ci hanno offerto uno spaccato prezioso sull’importanza cruciale dei facilitatori nel progetto DigComp. Questi professionisti, con la loro passione, competenza e capacità di adattamento, si ergono a veri e propri pionieri dell’alfabetizzazione digitale, aprendo le porte a un futuro più inclusivo e connesso per tutti i cittadini europei. Come abbiamo visto, il loro ruolo non si limita a fornire istruzioni tecniche, ma va ben oltre: si fanno veri e propri mentori, capaci di trasformare concetti complessi in strumenti accessibili a tutti, indipendentemente dal background o dal livello di istruzione. La loro empatia e abilità nel creare un ambiente di apprendimento inclusivo e stimolante sono fondamentali per abbattere le barriere digitali e promuovere una società più equa e connessa. I facilitatori DigComp sono motori di cambiamento, che alimentano la fiducia nelle proprie capacità digitali e incoraggiano i partecipanti a esplorare le infinite opportunità offerte dal mondo online. Grazie al loro impegno, l’alfabetizzazione digitale diventa un diritto e non un privilegio, aprendo le porte a un futuro in cui tutti possono partecipare attivamente alla vita sociale, economica e culturale. In un mondo in continua evoluzione, dove le competenze digitali sono sempre più richieste, il ruolo dei facilitatori DigComp diventa ancora più significativo. Sono fari che illuminano il cammino verso un futuro digitale più inclusivo, dove nessuno viene lasciato indietro.
Ringraziamo quindi Francesco Di Giovanni e Mitzy Showerer, insieme a tutti i facilitatori DigComp, per il loro contributo alla costruzione di una società più digitale, equa e connessa. Il loro lavoro e la loro dedizione sono un esempio ispiratore per tutti noi.