Nella vita di ciascuno di noi, nelle imprese, nella società, la sfida del lavoro è sempre stata determinante. Nell’odierno post-pandemia dello smart working, delle “grandi dimissioni”, di economie che per svilupparsi e crescere hanno bisogno di valore aggiunto e qualità, lo è ancora di più.
Lo dimostra con tutta evidenza anche la cronaca più recente del nostro Paese, nel quale si sta facendo una enorme fatica a tradurre in ‘progetti concreti’ le ingenti risorse del PNRR, anche perché la PA (la più grande fra le organizzazioni italiane) sta faticando ad attrarre personale qualificato e nuovi talenti. Veniamo da oltre venti anni di disattenzione, nei quali si è ritenuto che la formazione di nuove professionalità da coinvolgere a supporto della PA non rappresentasse una priorità. Nel mentre si perdevano intere aree di professionalità per effetto dell’innalzamento dell’età media e dei pensionamenti, senza di fatto predisporre alcuno strumento di rimpiazzo. L’effetto complessivo è che l’intero comparto oggi soffre la carenza strutturale di personale, con la PA, le società in house e le imprese della consulenza che si occupano di pubblico, che ‘giocano’ una partita a somma zero per accaparrarsi le poche professionalità a disposizione.
Pa Advice è una società di consulenza che lavora per la pubblica amministrazione con l’obiettivo di contribuire ad innovarla e renderla più efficiente. Negli ultimi vent’anni siamo cresciuti al fianco della PA, con passione e impegno, e se siamo riusciti a ottenere risultati progressivamente sempre migliori, lo dobbiamo ai nostri talenti, alle persone che lavorano con noi, che sono la nostra risorsa più grande. Costruiamo il nostro vantaggio competitivo proprio sulla crescita delle persone, perché siamo profondamente convinti che la competitività delle imprese, e più in generale di tutte le grandi organizzazioni, sia basata sull’attrarre i migliori talenti.
Per fare questo serve un ambiente di lavoro adeguato, che permetta di conciliare vita privata e lavorativa, che consenta la crescita professionale e la possibilità di realizzare le proprie ambizioni. E di sentirsi parte integrante del processo di crescita aziendale. In quest’ottica abbiamo da tempo messo in campo diverse soluzioni per rendere il posto di lavoro un luogo migliore.
Già dal 2017, e quindi ben prima della pandemia, abbiamo avviato lo smart working, che naturalmente stiamo adottando anche ora.
Da circa un anno abbiamo adottato la settimana (semi) corta. In un settore come quello della consulenza, dove talvolta si fanno turni settimanali che superano le 50 ore, abbiamo ridotto l’orario a 36 ore. Il venerdì, all’ora di pranzo, si smette di lavorare. Anche se sembra un paradosso, questo taglio delle ore spinge la produttività, inducendo ciascuno ad organizzare meglio le proprie attività, a ridurre gli ambiti di potenziale criticità ed a focalizzarsi al meglio sugli obiettivi da raggiungere.
Perché queste misure fossero concretamente possibili, ci siamo impegnati per migliorare la nostra capacità di pianificazione, definendo obiettivi più chiari e coinvolgendo tutti i nostri colleghi in un processo di condivisione delle strategie, che ci consente di ribaltare il paradigma secondo il quale si misurano le persone sulla quantità di tempo che passano in ufficio. Noi crediamo invece che si debba misurare in qualità dei risultati.
Per poter adottare questa impostazione, inoltre, è stato importante investire su metodologie e strumenti nuovi; abbiamo sposato l’approccio AGILE, che non significa solo lavorare da remoto, ma lavorare con una pianificazione di massima che si precisa su orizzonti temporali di breve e medio periodo, per rispondere in modo efficiente alle esigenze che di volta in volta si concretizzano; abbiamo investito nella trasformazione digitale del nostro business, portando in cloud i nostri applicativi aziendali e tutti i repository, affinché ciascuno di noi possa lavorare allo stesso modo da qualunque luogo si trovi; stiamo investendo sulla riorganizzazione dei nostri spazi fisici, per consentire alle persone di impiegare l’ufficio come luogo di confronto e socializzazione con i colleghi, come spazio per generare nuove idee e immaginare soluzioni innovative per i problemi dei nostri clienti.
A partire da questa impostazione stiamo implementando un diverso modo di lavorare che lascia sull’orario e l’organizzazione del lavoro ampia flessibilità ed autonomia al lavoratore. In questo ambito abbiamo progettato un piano di Prestanza (crasi fra PREsenza e diSTANZA), per implementare il lavoro ibrido.
In una città come Napoli siamo la smentita vivente dei luoghi comuni. Da noi le persone si impegnano, autonomamente, perché vogliono farlo e perché sanno che il loro impegno è funzionale al conseguimento di un obiettivo chiaro e condiviso, senza bisogno di imporre obblighi stringenti.
Creare un ambiente lavorativo fisicamente gradevole, intellettualmente appagante e professionalmente equo e sfidante, oltre a rispondere ad un principio etico, è prima ancora un interesse dell’impresa. Il nostro modello organizzativo ci consente infatti di attrarre talenti, in particolare quelli femminili. E anche persone giovani, che hanno una diversa considerazione del rapporto tra vita privata e vita lavorativa, tanto che l’età media dei nostri 50 dipendenti è di 35 anni. Il tema dei giovani talenti è certamente centrale; i giovani hanno meno esperienza, ma sono portatori di competenze e di visioni nuove, che sono gli ingredienti essenziali del processo di innovazione.
E dopo aver attratto talenti vogliamo anche che restino con noi. Cerchiamo di accompagnarne la crescita con percorsi formativi articolati e personalizzati, con politiche retributive che prevedono partecipazione ai risultati aziendali e con un welfare aziendale che garantisca la serenità delle nostre persone.
Di tutto questo abbiamo ricevuto riconoscimenti e premi. Tuttavia, la soddisfazione più grande, oltre alla ventennale storia di crescita ininterrotta, è quella di aver creato un ambiente di lavoro che funziona, che promuove la felicità. E così facendo è più efficiente, anche per i nostri clienti. Prima di tutto la pubblica amministrazione.