di Rosario Salvatore
La politica di coesione 2021-27 – in continuità con il 14-20 – riconosce un ruolo di preminenza assoluta al finanziamento di strategie territoriali, che siano elaborate da coalizioni locali e si concentrino su alcuni obiettivi ritenuti strategici. In particolare, per lo “sviluppo urbano sostenibile”, il regolamento Fesr prevede una riserva finanziaria pari almeno all’8% del totale delle risorse a disposizione, da destinare, nello specifico, ad interventi frutto delle Strategie elaborate nell’ambito di “Aree metropolitane” e/o di “Aree urbane medie e altri sistemi territoriali”, e attuate mediante appositi Strumenti territoriali, caratterizzati da un approccio spiccatamente bottom-up. A beneficio di tali Strumenti, il Fesr individua un Obiettivo di Policy dedicato (OP5 Un’Europa più vicina ai cittadini), che prevede la possibilità di intervenire in alcuni ambiti – valorizzazione della cultura, del patrimonio naturale e del turismo sostenibile e della sicurezza – che sono, di fatto, preclusi alla programmazione regionale.
Una opportunità, dunque, per la valorizzazione di risorse naturali, culturali e paesaggistiche, di produzioni locali, accoglienza, rivitalizzazione del tessuto economico, rigenerazione dei luoghi, partecipazione e inclusione sociale, assolutamente non disgiunta dalla possibilità di beneficiare, in maniera integrata e sinergica – anche delle priorità degli altri Obiettivi di Policy, che contribuiranno a rendere le Strategie territoriali complete e concretamente definite per contribuire al raggiungimento degli obiettivi delle agende europee urbane e territoriali.
A livello di programmazione nazionale, l’esperienza del PON-Metro 14-20 ha indotto a confermare anche per il 21-27 un Programma Nazionale (PN) Metro plus e città medie Sud, destinato allo sviluppo urbano nelle città metropolitane. Confermate altresì le priorità del 14-20, continuando ad investire in servizi digitali per i cittadini e inclusione sociale dei gruppi svantaggiati e nelle aree marginali. Inoltre, il raggio d’azione sarà ampliato a ricomprendere la componente “green” (mobilità sostenibile, efficienza energetica, infrastrutture verdi ed economia circolare); lo sviluppo di attività produttive (a beneficio di giovani e innovatori e con un occhio agli impatti sulla rivitalizzazione urbanistica delle aree coinvolte), l’inclusione sociale ed economica (in aree marginali e periferie).
Il PN prosegue, quindi, l’intervento in favore dei 14 Comuni capoluogo (tra cui: Bari, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria, Catania, Messina, Palermo) individuati quali Organismi Intermedi, prevedendo, inoltre un ampiamento in favore delle Città Medie del Mezzogiorno (che si trovino al di fuori del perimetro delle Città Metro), in particolare destinato ad interventi di inclusione e di riduzione del disagio e del degrado socio-economico.
Dotazione Finanziaria – Complessiva
Dotazione Finanziaria – Ambiti di Intervento Mezzogiorno
Alcuni elementi di novità caratterizzano però il nuovo PN 21-27, con nuovi ambiti di intervento che arricchiscono il menù delle azioni che potranno essere realizzate, tra cui:
– supporto alla competitività del tessuto socio-economico e produttivo locale (OP1): agenda digitale metropolitana; servizi digitali per cittadini e imprese; sostegno alle piccole realtà imprenditoriali locali, al fine di riqualificare e rivitalizzare le aree urbane e produttive;
– costruzione di comunità più sostenibili dal punto di vista ambientale e del contributo ai cambiamenti climatici (OP2): rinnovo delle infrastrutture pubbliche (compreso illuminazioni e Smart lighting), riqualificazione energetica (edilizia pubblica anche residenziale), rinnovabili e comunità energetiche; protezione e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico; prevenzione e protezione dai rischi; economia circolare; bonifica e riduzione dell’inquinamento; infrastrutture verdi e blu; TPL (Materiale rotabile e infrastrutture di ricarica); sistemi di trasporto veloce di massa e infrastrutture per la mobilità sostenibile, servizi di trasporto digitalizzati;
– servizi e riqualificazione delle infrastrutture per l’inclusione sociale (OP4): riduzione del disagio e incentivazione attiva (formazione e accompagnamento all’occupazione); economia sociale; rete dei servizi del territorio; Terzo Settore; persone a rischio di povertà o di esclusione sociale;
– valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico, del turismo e della sicurezza urbana (OP5): riqualificazione, protezione, sviluppo e promozione dei beni e dei servizi turistici, del patrimonio e dei servizi culturali, del patrimonio naturale e dell’ecoturismo ed in materia di sicurezza; “Progetti di territorio” (rigenerazione integrata di aree “bersaglio”, attraverso interventi integrati di riqualificazione fisica e recupero degli spazi degradati, da un lato, e azioni immateriali e servizi, dall’altro).
Il coinvolgimento delle Città medie Sud (al di fuori dal perimetro delle Città Metropolitane) tra destinatari del PN Metro plus rappresenta un ulteriore elemento di novità, sia rispetto alle modalità di selezione delle aree da individuare (sulla base di una metodologia che tenga conto di criteri demografici e di disagio sociale), sia perché esso sarà alimentato prevalentemente dal FSE plus, e solo integrato da un limitato sostegno del FESR.
Gli interventi avranno come obiettivo il potenziamento dei servizi per l’inclusione e l’innovazione sociale (OP4), per migliorare la qualità della vita in periferie e aree marginali, attraverso interventi per: inserimento occupazionale e partecipazione attiva dei gruppi svantaggiati nel mercato del lavoro; rete dei servizi del territorio (azioni di inclusione ed innovazione sociale); realizzazione e/o riqualificazione di infrastrutture e spazi per l’inclusione socioeconomica; protezione, sviluppo e promozione dei beni turistici pubblici e dei servizi turistici e culturali.
Per contro, al coinvolgimento delle Aree urbane medie (altre rispetto al perimetro della Città metropolitana), fa da contraltare la necessità di rafforzare la prospettiva di “area vasta” propria delle Città Metropolitane. In questo senso va letta la tendenza a porre in maniere esplicita l’accento sulla necessità di rafforzare le forme di cooperazione intercomunale (interne all’area metropolitana), che non solo prevedano il coinvolgimento nel Programma di un numero maggiore di Comuni di cintura, ma che, laddove possibile, riescano a coinvolgere – nella fase di definizione della programmazione delle strategie – lo stesso ente “Città Metropolitana”, quale elemento di coordinamento e razionalizzazione degli interventi, al fine di massimizzare l’impatto, ad esempio, sugli investimenti in tema ambientale o di contrasto al disagio socio-economico e abitativo nelle periferie e nelle aree marginali. Accanto a questo, sarà anche essenziale un lavoro di complementarità e di sinergia con gli interventi dei programmi regionali, al fine di rafforzare l’impatto delle azioni e di ampliare le aree e il numero dei comuni interessati.
- Non da ultimo, a supporto degli attori territoriali impegnati nelle ST, sono previste diverse iniziative per il rafforzamento della capacità amministrativa, sia in fase di definizione, che in fase di attuazione degli interventi previsti. Tra le altre misure, si prevedono forme di presidio stabile nelle amministrazioni, in grado di coordinare e sostenere l’attuazione delle strategie e integrare indicazioni e attività afferenti a diversi settori dell’amministrazione, con obiettivi di semplificazione e accelerazione; azioni di supporto (nazionali e/o regionali) per accompagnare, soprattutto nelle situazioni più fragili, processi deliberativi (come la costruzione della ST in termini di obiettivi e di identificazione delle progettualità) o compiti tecnico-amministrativi complessi (progettazione avanzata, gestione di gare e affidamenti, attuazione e monitoraggio), ad esempio attraverso il rafforzamento delle stazioni uniche appaltanti.