di Francesco Miggiani*
Marcello Degni, consigliere della Corte dei Conti e curatore dello studio ci fornisce una chiave di lettura della situazione attuale degli enti locali, anche con riferimento alla Regione Campania
Il V Rapporto sui Comuni italiani realizzato dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con la Fondazione IFEL esce quest’anno in un momento particolarmente significativo e delicato della vita del Paese: il contesto geopolitico, il cambio di paradigma avviato con il NGUE, l’assetto politico emerso dalle recenti elezioni politiche rendono la situazione ricca di incognite ma anche di opportunità, valorizzando ancor più il ruolo delle autonomie territoriali e dei comuni in particolare.
Quest’ultima edizione allarga ulteriormente il confine dei temi affrontati nel Rapporto, inizialmente focalizzati sulla situazione finanziaria degli enti locali, estendendo il perimetro di analisi all’evoluzione del quadro normativo, alla riflessione sui grandi temi che i comuni si trovano ad affrontare, alla proposta di soluzioni metodologiche innovative. Ne esce uno strumento che consente una lettura “sistemica” dello stato dei comuni italiani e del contesto in cui sono inseriti e che, grazie al coinvolgimento di studiosi di diverse università del Paese e diversi professionisti ed esperti in enti locali, affronta i temi della contemporaneità andando alla radice dei problemi strutturali.
In particolare, il Rapporto di quest’anno presenta le principali normative del 2021, sottolineando come il flusso normativo che investe i comuni italiani, da sempre poderoso, quest’anno lo sia in modo particolare; questo perché si aggiungono tre emergenze la cui importanza non sfugge a nessuno: la coda della pandemia, l’attivazione del PNRR, i riflessi della guerra in Ucraina.
Approfondite analisi vengono anche dedicate alla gestione condivisa di progetti e di funzioni, con riferimento anche alle indicazioni di sistema che provengono dalle esperienze territoriali, in particolare quelle dell’Emilia-Romagna. Un’ulteriore sezione del Rapporto fa il punto sul lavoro ormai decennale svolto sul tema delle aree interne. Si affronta quindi Il tema delle imprese comunali, cioè delle forme indirette con cui un ente territoriale decide di gestire un servizio o una funzione.
L’analisi della criticità finanziaria, che rappresenta da sempre il nucleo “core” del Rapporto, fornisce una rassegna dettagliata sullo stock di procedure attive, analizzate secondo una pluralità di dimensioni, e sullo stato dei riequilibri e dei dissesti dei Comuni nel 2021; si sottolinea la necessità di una riforma del titolo VIII del TUEL.
L’ultima sezione presenta una serie di saggi basati su metodologie di analisi quantitativa che consentono di meglio comprendere dinamiche “controintuituive” sottostanti ad alcuni fenomeni (ad esempio, i costi politici del riequilibrio). Abbiamo quindi richiesto a Marcello Degni, consigliere della Corte dei Conti e curatore del Rapporto, di indicarci le principali evidenze del Rapporto, anche con riferimento alla situazione rilevata in Campania.
Quale immagine dei Comuni italiani esce dal Rapporto? Con quali luci e quali ombre?
«In questi anni i Comuni italiani hanno rafforzato la propria posizione di vero ‘front office’ del cittadino, sono riusciti a gestire una difficile fase di decurtazione delle proprie entrate assicurando comunque i servizi, hanno dato prova di essere in grado di gestire le emergenze, prima tra tutte la pandemia. In sintesi, i Comuni sono una squadra vincente al servizio del Paese. All’interno di questo quadro, ampiamente positivo, sarebbe però imprudente dimenticare il fatto che 465 dei 7.904 Comuni italiani, localizzati in prevalenza nelle aree del Mezzogiorno, fanno registrare una situazione di criticità finanziaria; controllo delle dinamiche finanziare e tensione verso il risanamento rappresentano processi critici che bisogna continuare a presidiare con estrema attenzione».
Sotto il profilo economico finanziario, quale situazione si rileva nei comuni della Campania?
«In Campania, al 31 dicembre 2021, 82 comuni, abitati da 2,3 milioni di abitanti (di cui 1 milione rappresentato dal comune di Napoli) sui 5,6 milioni di abitanti complessivi della Regione, si trovano in una situazione di criticità finanziaria conclamata. Nel 2021, in particolare, sono state attivate tredici nuove procedure (4 dissesti e 9 riequilibri). Si conferma quindi la necessità di integrare il percorso di risanamento in atto con interventi strutturali e di rafforzamento organizzativo, se non si vogliono dilapidare i risultati che sono stati conseguiti grazie all’impegno delle amministrazioni e degli altri soggetti coinvolti».
Il “filo rosso” del Rapporto di quest’anno però non poteva non essere rappresentato dal PNRR, tema che viene affrontato in alcuni saggi dedicati ma che compare anche trasversalmente praticamente in tutte le sezioni del Rapporto. Per valutare l’importanza del fenomeno è sufficiente guardarne la grandezza economica: da una stima ANCI-MEF evidenziata nel Rapporto, su un totale di 66,44 miliardi euro a disposizione degli enti territoriali, circa 40 miliardi saranno affidati alla responsabilità di Città Metropolitane e Comuni. A fronte di questa imponente massa finanziaria, si prevedono tre livelli di coinvolgimento dei Comuni:
- attuazione di specifici interventi;
- partecipazione a iniziative proprie dell’amministrazione centrale;
- co-partecipazione a interventi di carattere nazionale che si localizzano sui loro territori.
I comuni sono dunque al centro del PNRR; come evidenzia il Rapporto, la situazione però non è delle migliori, tanto da far sorgere dei dubbi sull’effettiva capacità di assorbire e gestire decine di miliardi. In particolare, la questione del personale e gli aspetti organizzativi rivestono una assoluta rilevanza, come ci indica Degni.
Quali interventi ritiene prioritari per una efficace attuazione del PNRR?
«La risposta data dai Comuni al PNRR è stata molto forte: basti citare il fatto che si sono registrate circa 150mila proposte di intervento; questo dimostra quanto alte siano le aspettative. Per assicurare che il viaggio continui senza troppi ritardi o soste, è fondamentale quindi che la macchina organizzativa che è stata predisposta non si indebolisca e non conosca rallentamenti».
*Responsabile di Commessa IFEL CAMPANIA