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Il Comitato di Sorveglianza: al via l’attuazione del Programma Regionale FESR 2021-2027

di Sergio Negro*

Il Programma Regionale (PR) Campania FESR 2021-27 – approvato dalla Commissione Europea ad ottobre 2022 e che beneficia di una dotazione pari a oltre 5,5 miliardi di euro – entra finalmente nel vivo dell’attuazione. Il 3 marzo scorso si è insediato, infatti, il Comitato di Sorveglianza (CdS): l’organo partenariale istituito per sorvegliare l’attuazione e i progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi del Programma.

Obiettivo di questa prima seduta – oltre l’approvazione del regolamento stesso del Comitato – è stata la condivisone dei criteri per la selezione delle operazioni da cofinanziare con il Fesr, elementi essenziali per consentire la piena operatività del programma regionale.

I criteri di selezione sono, infatti, lo strumento attraverso cui chi programma verifica che l’operazione che si finanzia nell’ambito del Programma Regionale sia:

  • eleggibile, rispetti quindi le norme del fondo che lo finanzia, risponda ai piani di settore alla base del Programma Regionale (criteri sostanziali);
  • coerente con le finalità del programma espressa nella definizione delle singole azioni (criteri di valutazione);
  • contribuisca in maniera positiva agli obiettivi della strategia che è alla base del Programma (criteri di Premialità).

Il Cds ha riunito attorno allo stesso tavolo i rappresentanti della Commissione europea, del Governo centrale, della Regione Campania e del Partenariato Economico e Sociale. A coordinare i lavori il presidente del Partenariato, Bruno Cesario, il quale ha rimarcato il lavoro di ascolto e condivisione svolto con le organizzazioni delle categorie produttive, dei lavoratori e della società civile: interlocutori essenziali per giungere a un Programma partecipato e inclusivo.

L’incontro ha rappresentato l’occasione per condividere con i partner – oltre che gli elementi specifici di valutazione delle singole operazioni – anche temi orizzontali, destinati a qualificare ulteriormente e in maniera trasversale l’azione e l’orizzonte dell’intero programma.

Parliamo del rispetto e della promozione, in ciascuna delle operazioni selezionate, di principi fondamentali tra i quali:

  • accessibilità, da assicurare attraverso l’esplicito richiamo, nelle procedure di attuazione, ai diritti delle persone con disabilità (quindi alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con Disabilità, UNCRPD), nonché prevedendo, laddove pertinenti, specifiche soluzioni (inclusi appropriati criteri di valutazione da declinarsi sulle azioni) per l’individuazione di quei progetti che pongano particolare attenzione o prevedano soluzioni innovative per l’inclusione o che ne favoriscano l’accessibilità;
  • parità di genere garantendo l’utilizzo di criteri che favoriscano i progetti che assicurino la parità tra uomini e donne e tramite il divieto di comportamenti discriminatori;
  • non discriminazione da assicurare evitando qualsivoglia atto o procedimento potenzialmente discriminatorio.

Una discussione decisiva e partecipata ha riguardato la necessità di porre grande attenzione nell’ambito dei criteri di selezione al tema dell’occupazione e tutela del lavoro, con l’obiettivo di valorizzare il concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa, intesa come pratica volta – oltre al rispetto delle prescrizioni di legge in materia di salute e sicurezza dei lavoratori, inclusione, non discriminazione e parità di genere – a individuare forme premiali per comportamenti e/o atti volontari dell’impresa finalizzati a integrare le questioni sociali, ambientali, etiche, per ottenere risultati che possano produrre benefici e vantaggi al contesto in cui la stessa impresa opera.

La presenza al Comitato di Sorveglianza del vicepresidente della Giunta Regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, ha fornito l’occasione di condividere con il Partenariato la riflessione sul ruolo della Politica di Coesione. Un tema che, di recente, è tornato con prepotenza alla ribalta nel dibattito politico nazionale e regionale. Il vicepresidente ha posto l’accento sul rischio che si corre se lo sviluppo del Mezzogiorno non viene visto come un’occasione di crescita per tutto il Paese, e ricordando che la politica di coesione è “un’azione di strategia macroeconomica dell’Ue per fare in modo che lo sviluppo dei territori che la compongono sia omogeneo, rafforzando, così, l’economia di tutta l’Unione”. In questo quadro, spendere bene i fondi europei, significa, in via preliminare, rimediare a degli errori. Il PNRR, ad esempio, rappresenta un potenziale errore di impostazione strategica, anzitutto perché le Regioni – il principale Ente territoriale di programmazione – sono state completamente tagliate fuori dalle scelte. Si è deciso centralmente cosa finanziare e dove, quali priorità assegnare e a chi, quali milestone&target definire: un nonsense, che nulla ha a che vedere con le grandi scelte strategiche che erano richieste a un programma di quelle dimensioni. Bisogna rimediare, rilanciando una visione della programmazione che sia “unitaria”, a tutto questo, nell’Italia di oggi non sembra esserci. Viceversa, c’è una divisione, c’è parcellizzazione, c’è l’idea di un Paese che può crescere in maniera asimmetrica. L’esatto opposto della filosofia e degli obiettivi delle Politiche di coesione.

Da qui l’appello – per la Campania e per l’intero Mezzogiorno – a spendere bene i Fondi europei, anche per bilanciare le “scelte strategiche sbagliate”, che, sul modello del PNRR, puntano tutto sulla centralizzazione delle scelte e delle decisioni, ritenendo quella la soluzione ai ritardi e alle inefficienze e ignorando che le funzioni e il ruolo di indirizzo e coordinamento proprio delle Regioni. Funzioni e ruolo riconosciuti dalla stessa Europa, che ha scelto di investire prioritariamente sulle Regioni, considerate il livello strategico e programmatorio fondamentale per coniugare prospettive di sviluppo di lungo periodo ed esigenze e bisogni di cittadini e territori.

*Adg del Fesr

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