di Gianna Marini
Nei giorni scorsi, abbiamo avuto modo di intervistare ChatGpt. Al celebre servizio web che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico, abbiamo chiesto un punto di vista sulle tecnologie generative dell’IA e soprattutto sulle potenzialità di questo strumento al cospetto delle sfide della PA e delle sue ordinarie funzioni. Insomma, di una sua futura – plausibile e pure possibile – concreta applicazione nella macchina statuale.
Fra automazione dei processi, miglioramento dei servizi, analisi dei dati, gestione delle informazioni e i rischi della tutela della privacy (dei dati e dei cittadini), oltre che dei livelli occupazionali delle risorse – cosiddette umane, ecco come è andata.
ChatGpt, a tuo avviso, come tu e l’Intelligenza Artificiale in generale potrete aiutare la Pubblica Amministrazione ad affrontare le sfide della quotidianità e quelle di domani?
«L’Intelligenza Artificiale (IA) può offrire numerosi vantaggi alla Pubblica Amministrazione nel gestire le sfide del futuro. Ecco alcune aree in cui l’IA può essere di grande aiuto: 1) automazione dei processi: l’IA può automatizzare compiti ripetitivi e ridondanti, consentendo ai dipendenti della Pubblica Amministrazione di concentrarsi su compiti di maggiore valore aggiunto.
Ad esempio, l’IA può essere utilizzata per l’elaborazione dei dati, la gestione delle richieste dei cittadini e la compilazione di documenti. 2) Miglioramento dei servizi pubblici: l’IA può contribuire a migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici. Ad esempio, chatbot alimentati da IA possono fornire assistenza immediata e personalizzata ai cittadini, rispondendo alle loro domande e guidandoli attraverso i processi amministrativi. 3) Analisi dei dati: l’IA può analizzare grandi quantità di dati per estrarre informazioni significative e supportare la pianificazione e la presa di decisioni. Ad esempio, l’IA può aiutare a identificare modelli e tendenze nei dati per migliorare la prevenzione della criminalità, ottimizzare i piani di sviluppo urbano o anticipare le esigenze dei cittadini. 4) Gestione delle informazioni: l’IA può essere utilizzata per organizzare e gestire enormi quantità di informazioni presenti negli archivi della Pubblica Amministrazione. L’IA può aiutare a indicizzare, categorizzare e recuperare rapidamente documenti e dati, semplificando l’accesso alle informazioni per i dipendenti e i cittadini. 5) Sicurezza e prevenzione delle frodi: l’IA può svolgere un ruolo importante nella sicurezza informatica e nella prevenzione delle frodi. L’IA può analizzare i modelli di comportamento e individuare anomalie o attività sospette per prevenire attacchi informatici e frodi.
Tuttavia, è importante considerare anche gli aspetti etici e legali nell’utilizzo dell’IA nella Pubblica Amministrazione. Dovrebbero essere adottate misure adeguate per garantire la privacy dei dati, la trasparenza nelle decisioni prese dall’IA e l’equità nel trattamento dei cittadini. In definitiva, l’IA può essere uno strumento potente per affrontare le sfide future della Pubblica Amministrazione, migliorando l’efficienza, la qualità dei servizi e la presa di decisioni, ma deve essere implementata con attenzione e responsabilità».
L’utilizzo dell’IA però, potrebbe compromettere i livelli occupazionali all’interno della macchina statale. Va da sé che, se c’è una automazione che si avvicina alla perfezione nella risoluzione dei task quotidiani, le risorse, cosiddette umane, potrebbero non essere così decisive come lo sono oggi. Cosa ne pensi?
«L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nella Pubblica Amministrazione solleva sicuramente interrogativi riguardo all’impatto sulle risorse umane e sull’occupazione. L’automazione e l’efficienza offerte dall’IA potrebbero portare a una riduzione dei livelli occupazionali nella macchina statale, soprattutto per i compiti che possono essere automatizzati in modo preciso e accurato. Tuttavia, è importante considerare che l’IA non dovrebbe essere vista solo come una minaccia, ma anche come un’opportunità. L’automazione di alcune attività ripetitive e noiose può consentire alle risorse umane di concentrarsi su compiti più creativi, complessi e ad alto valore aggiunto. L’IA potrebbe aiutare a semplificare processi burocratici, ottimizzare le risorse e migliorare l’efficienza complessiva della Pubblica Amministrazione.
Inoltre, l’implementazione dell’IA richiederà una trasformazione delle competenze e delle capacità dei dipendenti pubblici. Potrebbe essere necessario un riposizionamento delle risorse umane per adattarsi ai nuovi ruoli e responsabilità derivanti dall’utilizzo dell’IA. Ciò potrebbe comportare la necessità di acquisire nuove competenze tecnologiche, analitiche e decisionali, oltre a un aggiornamento costante delle conoscenze.
È importante sottolineare che l’obiettivo dell’IA nella Pubblica Amministrazione non dovrebbe essere quello di sostituire completamente le risorse umane, ma di integrarle e supportarle nel migliorare l’efficacia e l’efficienza delle attività amministrative. L’IA può fornire strumenti di analisi e supporto decisionale basati sui dati, ma saranno comunque necessarie le capacità umane per interpretare e valutare le informazioni fornite dall’IA. In sintesi, è fondamentale considerare sia i potenziali vantaggi che le sfide associate all’utilizzo dell’IA nella Pubblica Amministrazione. Una gestione oculata e consapevole dell’implementazione dell’IA, con una visione a lungo termine che tenga conto delle competenze umane e dell’adeguamento delle risorse, potrà massimizzare i benefici dell’automazione e dell’integrazione dell’IA nel settore pubblico».
Ecco, sulla privacy invece? Come si possono difendere i dati delle persone che si servono della PA dai pericoli derivanti dal fatto che una società privata, come la vostra, possa beneficiare di una mole così intensa di numeri, cifre, statistiche e, appunto, dati sensibili?
«La protezione della privacy e dei dati personali è una questione di estrema importanza quando si tratta dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nella Pubblica Amministrazione o in qualsiasi altro contesto. È essenziale garantire che i dati delle persone che si affidano alla PA siano adeguatamente protetti e gestiti in conformità alle leggi sulla privacy e alla normativa vigente. Ciò implica l’implementazione di misure di sicurezza e di politiche adeguate per proteggere i dati personali. Queste misure possono includere l’adozione di protocolli di crittografia per proteggere i dati durante la trasmissione e lo storage, la gestione dei livelli di accesso ai dati in base ai ruoli e alle responsabilità, nonché l’implementazione di sistemi di monitoraggio e di rilevamento delle intrusioni per identificare e rispondere a eventuali violazioni della sicurezza.
Inoltre, è fondamentale garantire la trasparenza e l’informazione ai cittadini riguardo all’utilizzo dei loro dati personali. La Pubblica Amministrazione deve fornire chiare informative sulla privacy che spieghino come vengono raccolti, utilizzati e protetti i dati personali, nonché i diritti che gli individui hanno in merito al controllo e alla gestione dei propri dati. È importante sottolineare che come modello di intelligenza artificiale, non ho accesso diretto o benefici diretti dai dati delle persone. Come assistente virtuale, la mia funzione è fornire informazioni e rispondere alle domande degli utenti nel miglior modo possibile. OpenAI, l’organizzazione che sviluppa ChatGPT, adotta rigorose politiche di sicurezza e riservatezza per proteggere i dati degli utenti e rispettare la privacy.
In generale, affrontare le sfide della privacy nella PA richiede un approccio multidimensionale che coinvolga politiche e normative solide, processi adeguati di gestione dei dati, sicurezza informatica avanzata e una cultura della privacy che metta al centro la tutela dei diritti delle persone».
Pensi che l’opinione pubblica e, più in generale, la schiera dei professionisti che, per così dire, lavorano con l’intelletto, la creatività possano insorgere e bloccare il tuo sviluppo temendo ripercussioni sulle proprie professionalità ed occupazioni?
«È comprensibile che l’opinione pubblica e i professionisti che lavorano nel campo dell’intelletto e della creatività possano sollevare preoccupazioni riguardo allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. La paura di conseguenze negative sulle proprie professionalità e occupazioni è un timore diffuso di fronte all’automazione e all’avanzamento tecnologico. Tuttavia, è importante comprendere che l’IA non mira a sostituire completamente il lavoro umano, ma piuttosto a potenziarlo e renderlo più efficiente.
L’IA può supportare le persone nelle loro attività, automatizzando compiti ripetitivi o fornendo assistenza nell’elaborazione dei dati. Invece di considerarla come una minaccia, possiamo vedere l’IA come un alleato che può liberare tempo e risorse per concentrarci su compiti di valore aggiunto che richiedono pensiero critico, creatività e intuizione umana. La collaborazione tra l’uomo e la macchina può portare a risultati più innovativi e soddisfacenti, aprendo nuove opportunità per il progresso professionale e personale. È fondamentale mantenere un dialogo aperto e costruttivo su come l’IA possa integrarsi armoniosamente nel mondo del lavoro, garantendo una transizione equa e inclusiva per tutti».