di Annapaola Voto
Il Comitato di Sorveglianza del PR-Fesr Campania 2021-27 – che si è svolto nelle giornate del 3 e 4 luglio scorsi – è stata l’occasione per fare un punto sullo stato di attuazione della programmazione degli investimenti che interessano il territorio campano e che beneficiano di risorse europee. Un momento di particolare importanza perché al centro del confronto è stata posta la prima ipotesi strategica di riprogrammazione delle risorse del POR Fesr Campania 2014-20, finalizzata ad assicurare il completo assorbimento delle risorse, conseguendo appieno gli obiettivi fissati con la Commissione Europea.
L’orizzonte temporale è stato fissato alla prima decade di settembre, data entro cui gli uffici dell’Autorità di Gestione del programma campano si sono impegnati a trasmettere ufficialmente a Bruxelles la nuova versione del programma, con le dotazioni finanziarie degli assi rimodulati alla luce delle analisi della certificazione già effettuata e delle proiezioni di spesa future. Un lavoro articolato e complesso che dovrà essere corroborato da tutte le direzioni generali regionali strategicamente coinvolte negli investimenti e nella gestione dei fondi europei. Ma un lavoro che – considerata la particolare congiuntura – assume una dimensione temporale di più lungo periodo, dal momento che va letta alla luce del contestuale avvio della programmazione 2021-27, nonché del sovrapporsi (potenziale) con le misure in campo per il PNRR.
Nel corso del CdS per l’Autorità di Gestione (AdG) l’Ing. Sergio Negro ha, anzitutto, presentato l’analisi sullo stato di avanzamento dei singoli Assi del POR Fesr 2014-2020, funzionale alla presentazione, alla Commissione Europea, della modifica di programma. Dall’analisi è emerso un valore di avanzamento finanziario del Programma (inteso come rapporto tra certificazione e dotazione in quota UE) assestato al 71%. Nel dettaglio, sono stati sottolineati alcuni elementi di particolare interesse, sulla scorta dei quali, nelle prossime settimane, sarà articolato il lavoro di riprogrammazione. Tra tutti, l’Asse 3 (Imprese e Competitività), risulta particolarmente performante, al punto che in sede di riprogrammazione si dovrà intervenire sulla dotazione finanziaria dell’Asse (già quasi integralmente certificata, 94%) al fine di garantire, in particolare, il finanziamento delle istanze pervenute a fronte dell’iniziativa Fondo Regionale Crescita. Analogamente, anche l’Asse 4 risulta particolarmente performante (97%), grazie alle iniziative sulla mobilità sostenibile (es. Completamento della Linea 6 della Metropolitana di Napoli; fornitura dei treni della Linea 1) e sarà oggetto di ulteriore incremento in fase di riprogrammazione. Relativamente all’Asse 2 (62%), a fronte dei ritardi del Grande Progetto Banda Ultra Larga (BUL), gestito a livello nazionale, l’obiettivo è di incrementarne la dotazione finanziaria per garantire il finanziamento di ulteriori interventi connessi alla digitalizzazione di settori regionali strategici.
Per altro verso, l’Asse 5 (36%) sarà oggetto di una revisione al ribasso delle dotazioni. L’Asse, infatti, presenta ritardi in particolare dovuti ai rallentamenti degli interventi infrastrutturali che hanno risentito fortemente degli effetti del Covid-19 e della crisi ucraina, su tutti il grande intervento afferente al fiume Sarno, la cui realizzazione sarà assicurata nel ciclo di programmazione 2021-27. Anche l’Asse 7 (58%) sarà oggetto di un ridimensionamento, in particolare per le opere non realizzate relative ai Porti regionali, che saranno spostate su altra fonte.
Relativamente all’avvio del nuovo ciclo di programmazione 2021-27 il CdS è stata l’occasione sia per fare un punto sulla definizione di tutti gli strumenti – in particolare, l’approvazione del documento “Metodologia e Criteri di Selezione delle Operazioni” e, da ultimi, del Sistema di Gestione e Controllo (SIGECO) e dei Manuali di Attuazione e Controllo di primo Livello – necessari a rendere operativo il Programma e a dare avvio concreto agli investimenti che per presentare i risultati del lavoro svolto negli ultimi mesi che ha consentito di programmare risorse pari al 58% dell’intera dotazione del PR-Fesr 2021-27.
Tra le altre iniziative, la Regione Campania ha già adottato una serie di misure per sostenere e promuovere lo sviluppo economico e sociale della regione. Misure che coprono diversi settori, tra cui l’innovazione tecnologica, l’efficienza energetica, la formazione, la sanità e la salvaguardia dell’ambiente. Tra queste, per rafforzare il sistema e la struttura produttiva regionale sono stati previsti una serie di iniziative e strumenti, tra i quali aiuti alle imprese e all’attrazione di investimenti, uno Strumento finanziario “Equity Regione Campania” al fine di favorire l’accesso al capitale di rischio delle start-up e delle PMI campane nel settore della ricerca e dell’innovazione; la realizzazione di una “Quantum Valley”, che punta a creare un ecosistema per lo sviluppo delle tecnologie quantistiche e delle start-up innovative. Sotto il profilo degli investimenti in ambiente, transizione verde e resilienza del territorio, si prevede di finanziare il Programma “Scuola Viva in Cantiere” per la riqualificazione delle infrastrutture scolastiche, insieme ad ulteriori interventi per la riduzione del rischio sismico degli edifici, un Programma di riqualificazione ambientale e di contrasto al rischio idraulico del fiume Sarno, il Miglioramento del ciclo integrato delle acque per la gestione delle risorse idriche, nonché un Programma per la transizione verso un’economia circolare e l’innovazione tecnologica e gestionale nel settore dei rifiuti.
A completare il quadro degli investimenti, il dott. Fabrizio Manduca, Direttore Generale dell’Ufficio Grandi Opere, ha fornito un quadro dettagliato degli investimenti monitorati a valere su risorse PNRR di cui beneficia il territorio campano. In particolare, ha rilevato che gli investimenti monitorati a livello regionale ammontano a 4,1 mld/€, di cui 3,7 in capo agli Enti Locali. Nel complesso, il totale investimenti per la Regione Campania (comprensivi di quelli gestiti a livello nazionale o da società private, come ad esempio Anas o Ferrovie dello Stato) ammonta, invece, a circa 9,8 mld/€, per un totale di circa 8.000 progetti in programmazione.
Un quadro molto complesso delle risorse e degli investimenti in campo e non è quindi un caso che la discussione del CdS sia ruotata attorno ai temi dello stato di attuazione del POR Campania 2014-20, della programmazione del PR 2021-27, nonché degli investimenti del PNRR di cui potrà beneficiare il territorio campano. Tre filoni convergenti che, se non considerati in una prospettiva comune e univoca, potrebbero mettere a rischio il valore aggiunto che la pluralità di investimenti deve assicurare al territorio. Senza contare che, come emerso, all’appello continua a mancare l’addizionalità delle risorse nazionali, dal momento che dalle Amministrazioni centrali dello Stato ancora non sono arrivate certezze sui tempi di disponibilità né dei fondi FSC, né del Programma Complementare. Un’alea di incertezza che pesa non poco, dal momento che rende le risorse del PR 2021-27 le uniche concretamente a disposizione, e, per questo, assolutamente insufficienti rispetto ai fabbisogni dei territori.