EconomiaAmbienteAcqua, progetti e investimenti per l’autosufficienza idrica

Acqua, progetti e investimenti per l’autosufficienza idrica

di Lucia Serino

L’ Ente idrico campano è beneficiario di 110 milioni di euro per 32 interventi nell’ambito dell’Accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente, la Regione Campania e il Commissario Unico regionale per la Depurazione. L’accordo mira a finanziare interventi finalizzati all’eliminazione delle procedure di infrazione comunitaria in materia di fognatura e depurazione. L’obiettivo della misura è intraprendere investimenti che rendano efficace la depurazione delle acque reflue scaricate nelle acque marine e interne e, ove possibile, trasformare gli impianti di depurazione in “fabbriche verdi” per consentire il riutilizzo delle acque depurate a scopi irrigui e industriali. L’Ente idrico campano ha intercettato risorse per oltre 177milioni di euro per interventi mirati alla riduzione delle perdite idriche nelle reti di distribuzione dell’acqua (PNRR misura M2C4 14.2) cui si aggiungono altri 80 milioni di euro per interventi già ammessi a finanziamento e in attesa del decreto di assegnazione. L’obiettivo è arrivare a una riduzione del 50 per cento nel prossimo triennio. Sono 19, inoltre, le proposte progettuali candidate per il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico, con progetti per oltre 1 miliardo di euro. Progetti anche grazie al React-Eu, il programma che mira a riparare i danni post pandemia e alla crisi energetica preparando una transizione verde, digitale e resiliente.

Ben 243 sono poi i milioni a disposizione del programma Energie per il Sarno, per il disinquinamento del bacino idrografico del fiume. Un’autentica svolta che passa attraverso l’eliminazione di 113 scarichi in ambiente al fine di assicurare entro il 2025 il completo disinquinamento del fiume e il recupero di tutto il litorale del golfo di Napoli.

Centrale nel programma di investimenti il completamento delle opere necessarie a rendere operativa la diga di Campolattaro, in provincia di Benevento, tra i dieci progetti strategici del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un risultato fortemente voluto dalla Giunta De Luca che già nel 2016, a un solo anno dal suo insediamento, aveva riavviato l’iter burocratico dell’opera che, iniziata nel 1980 dalla Cassa per il Mezzogiorno, mancava di una derivazione per poter utilizzare gli oltre 100 milioni di metri cubi di acqua presenti nell’invaso. Più di recente l’approvazione, da parte della Direzione regionale del ciclo delle acque, del progetto definitivo che consentirà, una volta ultimato, l’utilizzo delle acque contenute nell’invaso a scopo idropotabile, irriguo ed energetico rendendo operativo uno dei più rilevanti invasi artificiali del Mezzogiorno.

L’azione politica e amministrativa dell’Ente regionale ha beneficiato di una grande collaborazione istituzionale innanzitutto con la Provincia di Benevento e poi con il Consorzio di Bonifica Sannio-Alifano, l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, l’Ente idrico campano e gli Enti territoriali e locali coinvolti, sino a vedere premiati i propri sforzi con i 220 milioni di euro stanziati dal Governo nazionale nell’ambito del PNRR. Le risorse integrano i 305 milioni già predisposti dalla Regione Campania che, analizzando i trend idrici in atto, ha fortemente investito per utilizzare le risorse del lago artificiale di 7 chilometri quadrati che sarà in grado di fornire acqua potabile a più di 500mila cittadini, irrigare oltre 15mila ettari di terreni agricoli e produrre energia pulita.

Con il completamento delle opere verrà realizzata una galleria di 7 chilometri e mezzo che avrà il compito di convogliare 6.500 litri d’acqua al secondo sino all’area impianti del comune di Ponte dove troverà posto un potabilizzatore e un impianto idroelettrico per la valorizzazione energetica del carico idraulico disponibile. Da qui l’acqua di Campolattaro si dividerà per gli usi a cui è destinata: quello potabile e quello irriguo.

L’acqua potabilizzata verrà in parte pompata verso i comuni beneventani dell’alto Sannio e dell’alto Fortore, dando in ogni caso priorità alla carenza idrica di tutti i comuni sanniti a partire dalla città di Benevento, alleggerendo, così, il carico degli acquedotti molisani e l’utilizzo delle sorgenti irpine del Cassano impegnate a dissetare anche la Puglia. La parte residua sarà immessa in uno dei due nuovi acquedotti, previsti dal piano, destinati all’uso irriguo e potabile. I nuovi acquedotti costituiranno una vera e propria “autostrada dell’acqua” che attraverserà, irrigandola, l’intera valle telesina, andando, poi, ad innestarsi nell’acquedotto campano. Ciò accrescerà notevolmente la quantità di acqua potabile, made in Campania, che servirà i comuni delle province di Napoli e Caserta e il bacino sarnese-vesuviano. La nuova risorsa sarà essenziale per contribuire a mantenere in equilibrio il bilancio idrico potabile della Campania, oggi compromesso dall’instabilità delle importazioni della sorgente del Biferno. La risorsa molisana, soprattutto durante il periodo estivo, riduce notevolmente la sua portata. L’invaso di Campolattaro, con i suoi 2.800 litri d’acqua al secondo, compenserà largamente il disavanzo, consentendo alla Campania di non subire stress idrici nel prossimo futuro.

La messa in funzione della diga, inoltre, avrà cura di rispettare l’importante ruolo naturalistico assunto dall’invaso di Campolattaro. Sarà sempre conservato, infatti, il livello di acqua necessario a preservare una zona umida divenuta fondamentale per l’ecosistema locale. L’autosufficienza idrica della regione Campania è vicina. 

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