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Cybersecurity e Pubblica Amministrazione: come la Direttiva Europea NIS-2 Cambia le Regole del Gioco

di Stanislao Montagna

La pubblica amministrazione (PA) è ormai un bersaglio privilegiato delle minacce informatiche. Dati sensibili, servizi essenziali e infrastrutture critiche sono a rischio in un contesto in cui la digitalizzazione accelera e gli attacchi cyber diventano sempre più sofisticati. Per rispondere a queste sfide, l’Unione Europea ha introdotto la Direttiva NIS-2, un quadro normativo volto a rafforzare la cybersecurity delle reti e dei sistemi informativi. La sua applicazione alle pubbliche amministrazioni rappresenta un passaggio chiave per garantire sicurezza e continuità operativa nei servizi offerti ai cittadini.

Cos’è la Direttiva NIS-2 e Quali Novità Introduce. La Direttiva NIS-2 (Network and Information Security) è stata adottata a dicembre 2020, con l’obiettivo di aggiornare e potenziare il quadro normativo già stabilito dalla prima Direttiva NIS del 2016. Rispetto al passato, NIS-2 propone un approccio più robusto e vincolante in materia di sicurezza informatica, estendendo il campo di applicazione e introducendo requisiti più stringenti per tutti gli operatori di servizi essenziali.

Le principali novità della Direttiva includono: 1) Estensione dell’Ambito di Applicazione: rispetto alla NIS originale, la nuova Direttiva amplia l’elenco dei settori obbligati ad adottare misure di sicurezza informatica, includendo settori cruciali come fornitori di servizi digitali, operatori di infrastrutture critiche e anche diversi comparti della PA. 2) Nuovi Requisiti di Sicurezza: la Direttiva impone agli operatori di servizi essenziali, compresa la pubblica amministrazione, di adottare misure tecniche e organizzative per gestire e mitigare i rischi associati alle minacce cibernetiche. Questo implica una gestione strutturata dei rischi, con sistemi di prevenzione, rilevamento e risposta agli incidenti. 3) Maggiori Poteri di Vigilanza e Sanzioni: NIS-2 dà alle autorità nazionali poteri di vigilanza rafforzati, con la possibilità di imporre sanzioni significative in caso di mancata conformità. Questo introduce una maggiore responsabilità per la PA, che sarà soggetta a controlli più severi e sanzioni in caso di violazioni delle norme. 4) Cooperazione Transnazionale: la Direttiva punta anche a migliorare la collaborazione tra gli Stati membri, rendendo obbligatoria la condivisione di informazioni e il coordinamento in caso di incidenti su scala europea. Questo è cruciale per la PA, che opera in un contesto sempre più interconnesso e globalizzato.

La pubblica amministrazione è tra i soggetti maggiormente interessati dalla NIS-2. Questo non sorprende, considerando che gestisce un’enorme quantità di dati sensibili e fornisce servizi essenziali, come la sanità, la giustizia e i trasporti. La digitalizzazione crescente dei servizi pubblici comporta enormi benefici, ma anche nuove sfide sul fronte della sicurezza informatica. Uno dei primi compiti per la PA nell’attuazione della NIS-2 è l’identificazione degli operatori essenziali, ossia quelle amministrazioni e quei servizi che, in caso di compromissione, potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale o la vita dei cittadini. Questo processo di mappatura è cruciale per capire quali entità devono essere particolarmente protette e quali misure adottare. La Direttiva impone alla PA di implementare misure di sicurezza adeguate per proteggere i sistemi informativi. Tra queste misure ci sono la protezione dei dati attraverso l’uso della crittografia, la gestione delle vulnerabilità e la capacità di rilevare, analizzare e rispondere rapidamente agli incidenti.

Valutazione del Rischio: prima di tutto, la PA deve condurre una valutazione sistematica dei rischi per identificare le vulnerabilità critiche nei propri sistemi informatici. Questo processo permette di capire dove concentrare gli sforzi di protezione. Piani di Continuità Operativa: la Direttiva NIS-2 richiede anche che vengano predisposti piani di continuità operativa, in modo che i servizi essenziali possano continuare a funzionare anche in caso di attacco informatico. Monitoraggio e Reporting: oltre a proteggere i propri sistemi, la PA è chiamata a monitorare costantemente le reti e i sistemi per rilevare eventuali anomalie. In caso di incidenti significativi, è obbligatorio notificare tempestivamente le autorità competenti e prendere misure correttive.

Formazione del Personale e Cultura della Sicurezza. La cybersecurity non è solo una questione tecnologica, ma anche culturale, le PA devono impegnarsi per creare una cultura della sicurezza informatica all’interno delle proprie strutture, formando i dipendenti a riconoscere e gestire i rischi; pertanto, c’è la necessità di una Formazione Continua e di Sensibilizzazione È altresì importante creare consapevolezza tra i dipendenti, spesso, infatti, gli attacchi cyber avvengono a causa di errori umani o comportamenti negligenti. Un utente consapevole è il primo baluardo contro le minacce informatiche. La Direttiva NIS-2 punta molto sulla cooperazione e la condivisione delle informazioni tra gli Stati membri e le autorità competenti. Le pubbliche amministrazioni non possono più agire isolate: devono collaborare con altre istituzioni, nazionali ed europee, per prevenire e affrontare gli attacchi cibernetici. Partecipazione a Reti di Sicurezza: le PA devono far parte attiva di reti di sicurezza come i CSIRT (Computer Security Incident Response Team) nazionali ed europei, per condividere informazioni e best practice. Reporting degli Incidenti: la NIS-2 introduce obblighi stringenti di notifica per gli incidenti di sicurezza, che devono essere riportati tempestivamente alle autorità competenti per evitare che possano ripetersi o propagarsi.

Ma nonostante queste difficoltà, la NIS-2 rappresenta anche un’opportunità. Permette infatti alle amministrazioni pubbliche di migliorare la propria resilienza informatica e di garantire continuità e affidabilità nei servizi essenziali. Un’implementazione efficace della Direttiva può ridurre significativamente il rischio di attacchi informatici e migliorare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni pubbliche. Siamo al bivio di una svolta fondamentale nella gestione della sicurezza informatica in Europa e nella pubblica amministrazione, le misure di cybersecurity diventano ora obbligatorie per un numero sempre maggiore di soggetti pubblici, che devono adattarsi rapidamente a un panorama sempre più complesso e minaccioso. Con l’adozione di pratiche di sicurezza avanzate, la formazione del personale e la cooperazione con altre autorità, la PA può diventare un pilastro di sicurezza e resilienza, garantendo la protezione delle reti e dei servizi su cui tutti noi facciamo affidamento quotidianamente.

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