Rubriche Culture digitali “I profili STEM protagonisti della trasformazione digitale in atto...

“I profili STEM protagonisti della trasformazione digitale in atto nella PA”

di Gaetano Di Palo

“Contrariamente al passato, queste figure oggi hanno un posto di rilievo nel reclutamento e negli organici della PA”, dice il professor De Martino

La PA e le discipline STEM, un rapporto in costruzione ma al centro di un processo di modernizzazione ineluttabile e non più procrastinabile. Dell’impatto di queste discipline, della loro capacità di creare valore e generare cicli virtuosi anche all’interno della complessa macchina amministrativa abbiamo parlato col Professor Beniamino De Martino, ordinario di Ingegneria Informatica e di Intelligenza Artificiale all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, nonché Assessore alla Smart City, Transizione Digitale, Mobilità e Trasporto Pubblico del Comune di Castellammare di Stabia.

Il “successo” delle STEM: leggenda o realtà? Fenomeno-moda del momento o destinato invece a perdurare/crescere? «Innanzitutto, vorrei precisare che le cosiddette materie STEM esistono e sono insegnate nelle Università da molto tempo prima che venisse coniato questo acronimo. È però anche vero che negli ultimi anni si assiste ad una sempre più forte richiesta di profili professionali qualificati STEM, sebbene questo segua un trend consolidato soprattutto nei comparti nell’industria e nel mondo produttivo più in generale. Ciò che invece costituisce un elemento del tutto nuovo è il forte interesse verso questi profili mostrato in maniera crescente da parte del settore pubblico. Infatti, contrariamente al passato, caratterizzato dalla predominanza di figure professionali di estrazione giuridica ed economica e quindi mirate principalmente alla gestione amministrativa, le figure STEM oggi cominciano ad avere un posto di rilievo nel reclutamento e negli organici della pubblica amministrazione centrale e locale».

Alcune specificazioni e precisazioni all’interno dell’ampio mondo delle STEM: l’ambito Informatico in particolare. «All’interno di queste discipline, i profili professionali specifici legati all’informatica ed all’ingegneria dei sistemi spiccano per la loro continua crescita in termini di domanda del mercato e di potenziali professionisti che vi si affacciano e che operano sia nell’ambito della creazione del software, ovvero nella sua applicazione in domini applicativi complessi. Ancora una volta però ciò non costituisce una grande novità nel mondo della produzione e dei servizi, laddove sempre più fasi gestionali necessitano del supporto informatico, dalla mera archiviazione dei dati fino ai sistemi CAM (i sistemi software per la progettazione assistita da computer, ndr). Al contrario, nel settore pubblico, ed in special modo in quello locale, si assiste oggi ad una enorme attenzione verso la variabile informatica e ciò a causa del richiesto adeguamento alle nuove normative derivanti dal più ampio programma di Trasformazione Digitale. La digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni ha infatti un ruolo centrale nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dove la terna “digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA” è una delle tre componenti della Missione n. 1 del Piano denominata Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura ed impatta su tre componenti: persone, azienda, tecnologia».

Qual è l’apporto possibile dei giovani informatici al miglioramento della gestione e della governance della PA, soprattutto quella locale? «La domanda nella PA di profili di alta qualifica tecnica informatica è recentemente aumentata grazie alla trasformazione digitale in atto. Lo dimostra la principale figura introdotta dalla normativa e cioè il Responsabile per la Transizione Digitale (RTD) introdotta dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) per guidare e coordinare la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni. La sua nomina è obbligatoria per tutte le PA che, ai sensi dell’art. 17 del CAD, devono individuare un Ufficio per la Transizione al Digitale (UTD) il cui responsabile, appunto il RTD, è responsabile di tutte le attività di riorganizzazione dei processi in modo da creare un’amministrazione digitale e trasparente, con servizi di qualità e facilmente accessibili, garantendo efficienza ed economicità. Si tratta senza dubbio di una figura di alto profilo tecnico e dirigenziale, o comunque apicale, che deve associare ovviamente competenze tecniche specialistiche a capacità organizzative e manageriali».

Quali possono essere modalità e margini di riqualificazione professionale del personale già in organico in materie di area informatica? «La digitalizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione è un elemento fondamentale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed è giunto finalmente il momento di realizzare questo ambizioso obiettivo, ma necessita un adeguato capitale umano. I profili professionali richiesti sono numerosi e di natura e qualificazione diversa; accanto a figure di alto profilo come il RTD le amministrazioni locali devono dotarsi anche di personale – di nuova assunzione o riqualificando quello in organico – che sia in possesso di conoscenze e competenze necessarie al buon funzionamento dell’ente e della macchina amministrativa. I processi interni alla P.A. – anche quella locale – sono ormai in gran parte informatizzati, e pertanto è importante che figure professionali di ambito informatico e di qualifica intermedia possano garantire la realizzazione dei work-flow amministrativi con l’adeguato supporto dei sistemi informatici interni. Purtroppo, spesso, specie in realtà piccole, tali attività specialistiche vengono delegate a soggetti esterni specializzati; è invece all’interno dell’ente che tali figure andrebbero reclutate e valorizzate, eventualmente riqualificandole. Laddove non vi sia la necessità di profili laureati, nelle discipline dell’Informatica ed Ingegneria Informatica i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni potrebbero essere formati e riqualificati, ricorrendo agli Istituti di formazione di terzo livello come gli ITS, gli Istituti tecnici superiori che, con il supporto scientifico e metodologico delle università, possono garantire una migliore aderenza dei profili professionali alle reali necessità della funzione amministrativa».

Ultime Notizie

Sbloccati i fondi FSC

di Alessandro Crocetta Il presidente De Luca: “Si conclude una vicenda politicamente complessa, che consente l’avvio di importanti iniziative per...

Servire al Futuro. La formazione nella pubblica amministrazione ai tempi dell’AI

di Susanna Sancassani e Walter Tortorella La crescente diffusione della formazione online e blended, così come i recenti sviluppi nell’ambito...

Cybersecurity e Pubblica Amministrazione: come la Direttiva Europea NIS-2 Cambia le Regole del Gioco

di Stanislao Montagna La pubblica amministrazione (PA) è ormai un bersaglio privilegiato delle minacce informatiche. Dati sensibili, servizi essenziali e...

“I profili STEM protagonisti della trasformazione digitale in atto nella PA”

di Gaetano Di Palo “Contrariamente al passato, queste figure oggi hanno un posto di rilievo nel reclutamento e negli organici...

“Con le STEM formiamo i giuristi del futuro”

di Redazione A colloquio con il professor Filiberto Brozzetti, coordinatore di un percorso universitario in “Macchine intelligenti e diritto”, presso...

Potrebbero interessarti
Raccomandati