di Marco Alifuoco e Raffaele Capasso
Da meno di un mese l’Italia era alle prese con la più grande, inaspettata, crisi sanitaria della sua storia. La sera del 9 marzo, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva annunciato un nuovo decreto e lockdown: si chiude e si ferma tutto, tranne i servizi essenziali. L’epidemia da Covid-19, che ha colpito in modo improvviso e drammatico, rischia di far registrare pesanti ripercussioni sul contesto socioeconomico regionale e sulle fasce più deboli del tessuto sociale. In tre settimane la Regione Campania – con il contributo delle proposte pervenute da istituzioni locali, gruppi politici, organizzazioni sociali, sindacali e imprenditoriali, istituzioni bancarie, volontariato e organizzazioni religiose – mette in piedi un Piano Socio Economico contro la crisi, stanziando i primi 604 milioni di euro. Si rastrellano tutte le fonti finanziarie possibili per far fronte alla grave situazione che si è determinata con l’insorgenza dell’epidemia da Covid-19, con l’obiettivo di offrire alle fasce più deboli della popolazione e all’apparato produttivo della Regione un concreto e celere aiuto per affrontare al meglio le conseguenze dello stop dell’attività sociale e lavorativa.
Occorrono interventi significativi e rapidi per i sistemi sanitari, per il sostegno alle PMI, professionisti e lavoratori autonomi, per dare supporto alle famiglie in difficoltà. Sul fronte sociale, occorre garantire i servizi sociali essenziali. Alla Regione Campania appare subito chiaro che è necessario mobilitare tutte le risorse disponibili verso finalità connesse all’epidemia da Covid-19. Si comincia dai fondi europei. L’Unione Europea, con il Regolamento 460 del 30 marzo 2020 ha già concesso agli Stati membri una maggiore flessibilità nell’attuazione dei programmi, prevedendo una procedura semplificata per le modifiche dei programmi operativi.
Si aprono colloqui con la DG Employment della Commissione europea, che immediatamente chiarisce che l’intervento del FSE, nello straordinario momento di emergenza, deve concentrare le risorse disponibili per garantire ai cittadini servizi sanitari accessibili e limitare le conseguenze negative sull’occupazione. La Commissione, inoltre, propone che il FESR possa sostenere il finanziamento del capitale circolante nelle PMI, per affrontare gli shock finanziari a breve termine, anche attraverso sovvenzioni.
Insomma, appare chiaro che l’obiettivo della Commissione è quello di utilizzare l’intera gamma di opzioni di finanziamento nell’ambito del bilancio dell’UE per sostenere gli Stati membri con la massima flessibilità, il minimo lavoro amministrativo aggiuntivo e, soprattutto, il più rapidamente possibile.
La Regione Campania mette mano alla programmazione del POR FSE 2014-2020 che, pur essendo stata disposta per la quasi totalità, presenta una quota di risorse non ancora programmate. Sul fronte FESR, poi, il POR 2014-2020, nell’ambito dell’Asse 3 – Obiettivo specifico 3.2, prevede interventi di sostegno ad aree territoriali colpite da crisi diffusa delle attività produttive.
In vista dell’imminente definizione dei nuovi Piani “Sviluppo e Coesione” gli uffici regionali portano a termine una ricognizione sullo stato attuativo dei singoli interventi finanziati dal FSC, che consente di individuare risorse programmate ma che, alla fine del 2019, non si erano ancora tradotte in concrete iniziative progettuali, né risultavano censite all’interno dei sistemi di monitoraggio, o che comunque non avevano ancora raggiunto un livello progettuale esecutivo.
C’è poi la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti 1301 e 1303 del 2013, prevedendo misure di flessibilità eccezionale nell’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta alla pandemia di COVID-19: si possono operare trasferimenti finanziari tra FESR, FSE e Fondo di Coesione e riassegnare le risorse in modo da far fronte alla crisi.
Il 7 aprile la Giunta regionale adotta il Piano per l’emergenza socio-economica della Regione Campania. Alla fine la somma complessivamente impegnata è di 908 milioni di euro contro la crisi. Il piano, che si basa su misure integrate e su larga scala, è incentrato su quattro pilastri: protezione sociale alle fasce più fragili della popolazione, sostegno alle microimprese che operano nei settori maggiormente colpiti dai provvedimenti di lockdown ed ai professionisti/lavoratori autonomi; protezione dei lavoratori e sostegno alle politiche abitative.
La Regione spiega che “agire nell’ambito di queste linee di intervento consente di intervenire sui nodi profondi della crisi. È necessario, per le istituzioni, garantire che il conflitto fra salute e sopravvivenza economica non ricada sulle persone. Appare urgente, da un lato, garantire che il contagio diminuisca e sia tenuto sotto controllo, attivando le misure necessarie a garantire il distanziamento sociale; dall’altro, garantire la tenuta delle imprese, a partire dalle più piccole, e la salvaguardia dei posti di lavoro delle famiglie, con particolare attenzione alle situazioni di maggiore fragilità sociale”.
Il lockdown ha coinvolto negativamente in maniera deflagrante il tessuto economico, produttivo e sociale della regione: “questa nuova realtà impatta fortemente sulle economie più evolute, ma all’interno di esse a subire gli effetti moltiplicatori della crisi sono le aree più fragili. Nel meridione del Paese, infatti, l’impatto è ancora più forte perché proprio la struttura fragile e parcellizzata dell’economia, determina un maggior impatto sull’intero sistema economico”.
È necessario muoversi velocemente, in modo deciso e congiunto, per trovare rimedi alla crisi: “l’adozione tempestiva di misure efficaci ha fatto la differenza, a livello di diffusione del contagio, tra la sopravvivenza ed il collasso dei singoli territori. Parimenti, anche per la gestione della catastrofe economica farà la differenza la capacità di risposta immediata alla crisi”.
Famiglie, pensionati e servizi sociali
Il primo punto di attacco del Piano socio economico della Regione Campania è quello di intervenire a sostegno di persone in stato di difficoltà.
La misura più significativa su questo fronte è il sostegno straordinario a favore dei pensionati titolari di pensioni sociali, assegni sociali e pensioni ordinarie di vecchiaia integrate al minimo. Oltre 300milioni di euro stanziati per finanziare un contributo rivolto a circa 250.000 pensionati che percepiscono dall’INPS un importo mensile inferiore a 1.000 euro. Per due mesi la Regione Campania ha erogato un contributo integrativo della mensilità abitualmente percepita, che ha permesso di elevare fino a 1.000 euro l’importo base delle pensioni.
Si anticipano poi i tempi delle prestazioni di servizi sociali attuate dagli Ambiti Territoriali. Per il finanziamento dei servizi sociali ai soggetti indigenti, vengono trasferite, direttamente e immediatamente agli Ambiti, le risorse del Fondo Povertà e quelle per il potenziamento dei servizi sociali, già programmate con la DGR n. 87/2020, senza attendere il completamento del procedimento di presentazione dei Piani sociali di Zona.
Altri 30milioni di euro vengono destinati a un bonus rivolto ai disabili. La misura prevede l’erogazione di 600 euro in favore di circa 51.000 persone affette da disabilità, anche non grave, con priorità ai bambini con disabilità, anche autistica in età scolare.
Più di 98milioni di euro sono destinati agli Ambiti Territoriali per i servizi socio-assistenziali sul territorio: azioni di sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non autosufficienti, azioni di assistenza alle donne e al finanziamento di centri antiviolenza. Già nel mese di aprile la Regione assicura l’erogazione materiale di 68,4milioni agli Ambiti territoriali.
Si mettono anche in campo interventi per il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari in favore delle persone in stato di indigenza o di grave disagio sociale, nonché per la fornitura di beni alimentari di prima necessità per la popolazione migrante negli insediamenti del basso Sele, di Castel Volturno e dei comuni limitrofi, insieme al finanziamento di interventi urgenti rivolti a salvaguardare la salute dei migranti in condizione di grave vulnerabilità negli insediamenti nelle aree di Castel Volturno ed Eboli: sistemazione di alloggi temporanei degli immigrati, servizi di trasporto per i lavoratori, interventi di mediazione e sostegno psicologico, campagne di comunicazione sui rischi dell’epidemia.
Il piano prevede anche misure di sostegno per il diritto allo studio. Viene finanziata un’indennità una tantum di 250 euro, rivolta agli studenti universitari meritevoli rientranti nella no tax area, per il rimborso dei costi di acquisto di strumenti e servizi utili alla didattica a distanza e per la mancata fruizione degli alloggi da parte degli studenti fuori sede.
Sempre sul fronte sociale, la Regione mette in campo una misura di forte impatto: il bonus famiglie. La misura prevede un bonus di 300 o di 500 euro, a seconda dell’ISEE, diretto per delle famiglie con figli al di sotto di 15 anni per l’acquisto di attrezzature, strumenti informatici, supporti didattici e per le spese di babysitting durante il periodo di sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole. L’intervento parte con una dotazione di 14milioni di euro, che, in corso di attuazione, viene incrementata fino a 51milioni. Già a partire dal mese di maggio i bonus vengono erogati, per il tramite delle Poste Italiane, ad oltre 80.000 famiglie campane.
Microimprese, professionisti e lavoratori autonomi, attività produttive
Sul fronte delle attività produttive il Piano della Regione prevede un massiccio finanziamento a microimprese e professionisti, mediante l’erogazione di bonus a fondo perduto. Tra aprile e maggio vengono pubblicati due avvisi e vengono aperte le piattaforme on line per la richiesta dei bonus e, soprattutto, vengono pagati i primi beneficiari.
Per le microimprese la misura prevede un bonus una tantum pari a 2.000 euro per le attività artigianali, commerciali, industriali e di servizi (con meno di 10 dipendenti, e con un fatturato o un bilancio annuo inferiore ai 100mila euro) appartenenti ai settori colpiti dalla crisi economico-finanziaria causata dall’emergenza COVID-19. La misura fornisce un sostengo immediato alle imprese già in difficoltà per i ridotti volumi d’affari e che hanno subito gli effetti negativi della sospensione delle attività produttive a causa dei provvedimenti nazionali e regionali. Il finanziamento messo a disposizione è stato portato, in corso di attuazione, da 140 a 230milioni di euro, ed ha consentito di pagare i bonus a tutte le microimprese che hanno regolarmente presentato la richiesta: a fine giungo i beneficiari sono stati oltre 115.000.
Altri 80milioni di euro vengono destinati al bonus professionisti. La misura riguarda liberi professionisti e titolari di partita IVA, per sostenere il lavoro autonomo e preservare la competitività economica e la coesione sociale. Il bonus è rivolto alle categorie professionali maggiormente esposte agli effetti negativi della crisi, lavoratori iscritti alla gestione separata INPS o ad un ordine professionale, con un fatturato nell’anno precedente inferiore ai 35mila euro. Il bonus una tantum, di importo pari a 1.000 euro, è stato erogato ai primi beneficiari già nei primi di maggio: 55mila i professionisti destinatari della misura.
S’interviene anche sulle aziende agricole e del comparto pesca. Per le imprese agricole (coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali, iscritti all’INPS) è stata stanziata una somma di 45milioni di euro. Il bonus previsto è di 1.500 euro per le aziende con meno di 5 dipendenti, 2.000 euro per aziende più grandi. Per le imprese della pesca e dell’acquacoltura, sia armatrici di imbarcazioni da pesca che imprese acquicole, è prevista una somma complessiva di 5milioni di euro. Il bonus concesso è variabile, a seconda della flotta posseduta, da un minimo di 2.125 euro ad un massimo di 34.000 euro.
Il Piano prevede, poi, un’azione diretta alla costituzione di un Fondo di garanzia tramite i Confidi per la concessione di garanzie, per una percentuale minima dell’80%, su operazioni di credito attivate da microimprese, che non riescano ad accedere al Fondo Centrale di Garanzia di cui alla L. 662/96. È previsto un finanziamento massimo di 15mila euro a circa 2.500 imprese campane.
Viene prevista anche una misura diretta alle aziende rientranti in Consorzi ASI, tramite la concessione di una moratoria a favore delle imprese, in grave crisi di liquidità, per i servizi che ricevono dai Consorzi ASI.
Per le imprese del comparto bufalino sono state previste due misure di sostegno, per complessivi 19milioni, nel tentativo dare respiro ad un settore che ha subito una forte contrazione dei consumi, con conseguente congelamento del latte prodotto. Il primo intervento è un contributo a fondo perduto una tantum quale rimborso sui costi di produzione di 1 euro a litro di latte. Il secondo riguarda contributi per piani di biosicurezza aziendali di imprese che hanno partecipato al piano di eradicazione brucellosi.
Anche per il settore florovivaistico, fortemente penalizzato dal lockdown, viene previsto uno specifico contributo una tantum a fondo perduto. Nella stagione primaverile, infatti, molte imprese realizzano oltre il 50 – 70% dei ricavi annuali. Il contributo è rivolto ad attività con almeno un terreno per la produzione in Campania, fino ad un massimo di 10mila euro ad impresa.
Fitti, mutui e ERP
Per il comparto casa il Piano interviene con una serie di misure. Si parte con contributi sull’affitto: 24milioni di euro diretti al sostegno dell’utenza del patrimonio privato. Il contributo è concesso fino ad un massimo di 2.000 euro per ogni nucleo familiare, rapportato all’ISEE.
Altri 6,5milioni sono destinati alla concessione di un contributo per le famiglie in locazione, che hanno subito una riduzione del reddito tra marzo ed aprile di oltre il 50%, rispetto ai mesi di gennaio e febbraio 2020. I nuclei familiari titolari di un contratto di locazione possono presentare domanda per il contributo, pari al 50% del canone mensile per tre mensilità, per un massimo di 750 euro, agli sportelli dei Comuni cui la Regione trasferisce successivamente i fondi.
Viene costituito un fondo di solidarietà per gli inquilini ERP (Edilizia Residenziale Pubblica). La misura prevede uno stanziamento di 8milioni di euro a favore degli assegnatari/inquilini, attraverso la concessione di un contributo individuale rapportato alla morosità maturata e alla capacità reddituale. Sempre dell’ambito ERP viene prevista l’erogazione di un contributo per gli esercenti attività commerciali in locali di proprietà pubblica rapportato alla ridotta capacità reddituale derivante dalla chiusura.
Altre risorse vengono destinate a contributi per il pagamento delle rate di mutuo per acquisto della prima casa. I beneficiari sono i nuclei familiari con componente titolare di un mutuo per l’acquisto di una prima casa che hanno subito gli effetti negativi del lockdown.
Turismo e lavoratori stagionali
Per il turismo il Piano della Regione prevede 30milioni di euro rivolti ad integrare l’indennità di 600 euro erogata dall’INPS per il mese di marzo 2020 a favore dei lavoratori dipendenti stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, con una indennità individuale pari a 300 euro mensili per 4 mensilità. Il bonus è direttamente erogato dall’INPS a circa 25.000 lavoratori stagionali, già beneficiari delle indennità nazionali e quindi già presenti nelle banche dati dell’istituto. Ad integrazione del Piano approvato dalla Giunta ad inizio aprile, per attenuare gli effetti negativi del lockdown viene disposto un bonus una tantum in favore delle imprese turistiche. I beneficiari sono alberghi e strutture simili, aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte, alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni. Il bonus è variabile a seconda della classificazione della struttura ricettiva: da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di 7.000 euro per gli alberghi; da 2.000 euro a 5.000 euro per i campeggi; 2.000 euro per le strutture per soggiorni brevi. Oltre alle strutture ricettive, potranno beneficiare di un sostegno pari a 2.000 euro anche agenzie di viaggio, tour operator e altri servizi di prenotazione come guide e accompagnatori turistici, lidi e strutture balneari.
Taxi, NCC e collegamenti marittimi
Per il settore dei trasporti una prima misura è destinata alle imprese di trasporto pubblico locale marittimo di linea, titolari di autorizzazione di servizi di collegamento con le isole del golfo di Napoli. L’importo del contributo è pari a 40 euro per ogni miglio percorso nei mesi di massima allerta sanitaria, a partire dal 12 marzo e fino al 17 maggio, fino ad un massimo riconoscibile di 150mila euro.
S’interviene poi, con 5milioni di euro, per il sostegno economico dei lavoratori stagionali del settore del trasporto passeggeri (aereo, marittimo e terrestre), che, in ragione della riduzione degli spostamenti, hanno visto praticamente azzerate le proprie attività. La misura consiste in un’indennità straordinaria una tantum pari a 1.000 euro, con un impatto su circa 5.000 lavoratori stagionali.
Un’altra misura specifica viene prevista per il trasporto pubblico locale non di linea: taxi, noleggi con conducente (NCC) e noleggi con conducente per il trasporto scolastico (NCC TS), colpiti dalla restrizione degli spostamenti e dalla chiusura delle scuole. Viene previsto un contributo una tantum a fondo perduto pari a 2.000 euro a favore di oltre 7mila operatori del settore.
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Monetaristi, keynesiani, liberisti o neoliberisti che siate: benvenuti in Regione Campania. Verranno dibattiti e analisi sugli effetti anticiclici, sulla frammentazione degli interventi, sugli effetti sullo sviluppo dei territori. Ma il fatto, nella sua concretezza, resta indiscutibile. Nel pieno di un’emergenza planetaria mai vista, né immaginata, un’amministrazione di un territorio di poco meno di 6milioni di abitanti, ha messo in campo, e realizzato in poco più di tre mesi, un intervento da 1 miliardo di euro. Soldi recuperati tra le risorse di interventi finanziati da fondi europei e nazionali, ancora da realizzare: FESR, FSE, FSC. Una mobilitazione finanziaria senza precedenti trasformata in una tempestiva immissione di liquidità nel sistema economico. Soldi recuperati e destinati velocemente alla spesa. Ad una velocità mai raggiunta prima: 1 miliardo in tre mesi. Se si mantenessero questi ritmi di spesa le risorse di un piano operativo regionale, che normalmente segue un ciclo di 7 anni, potrebbero essere spese in 14 mesi.
La velocità della spesa non è l’unica lezione che questa emergenza ci consegna: i concetti di efficienza ed efficacia – che ormai liturgicamente la pubblica amministrazione evoca come un mantra in ogni atto – andrebbero assunti come paradigma dell’agire quotidiano. Per farlo occorrono visioni strategiche dell’amministrazione che consentano di superare il mare di norme e normucole – a volte contradditorie, sproporzionate e inutili – di cui la burocrazia si alimenta bulimicamente. Ma questa è un’altra storia. Passata l’emergenza…