Lo smartworking è diventato ormai parte integrante della vita di gran parte dei lavoratori. Basti pensare che, secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria, oltre 6 milioni e mezzo di lavoratori dipendenti italiani, circa un terzo del totale e dieci volte di più rispetto ai 570mila del 2019, hanno sperimentato questa modalità. Il tutto non senza vantaggi a volte inaspettati. È il caso per esempio del settore pubblico dove il lavoro agile d’emergenza durante i mesi della pandemia ha generato un risparmio considerevole per le pubbliche amministrazioni. Solo per i ministeri, secondo le prime stime, si tratta di oltre 50 milioni di euro: 18 milioni derivanti dallo straordinario non svolto e 35 milioni dai buoni pasto non goduti.
Lo smartworking insomma è entrato nella quotidianità dei lavoratori italiani ed è destinato a rimanerci. Le stime dicono che anche al termine dell’emergenza i lavoratori agili che lavoreranno in parte da remoto saranno complessivamente oltre 5,3 milioni.